CORRIERE DELLA SERA – C’è MarketPass, l’anti-Amazon pensato per le PMI



Come, nella fantasia di Swift, i minuscoli lillupuziani preoccupati che Gulliver con la sua mole potesse devastare il loro territorio, sono riusciti a immobilizzarlo con mille reti, le piccole e medie imprese potrebbero imbrigliare l’egemonia di Amazon e degli altri giganti del commercio elettronico. Possono farcela, secondo uno studio del Criet (il Centro di ricerca interuniversitario in economia del territorio), grazie a strumenti come Marketpass, la piattaforma e-commerce riservata alle Pmi, nata per porsi come alternativa ai grandi player online.

«Può arrivare a rubare, in prospettiva, quote di mercato ad Amazon – sottolinea Angelo Di Gregoriodocente all’università Bicocca di Milano e direttore di Criet -. Sarebbe sbagliato confrontare Amazon con la società di gestione di MarketPass, in realtà il meccanismo è funzionale ad aggregare le Pmi italiane, che sono una quantità incredibile. La chiave starà nella capacità di diffusione». Non si tratterebbe di una riedizione del vecchio schema, già fallito: «MarketPass non è una nuova versione del motto “aggreghiamoci e facciamo massa critica”, che non funziona. Marketpass è semplice e dà vantaggi concreti, anche nel welfare», osserva Di Gregorio.

Alla rete MarektPass le aziende hanno cominciato ad aderire dal 20 novembre scorso, quindi la piattaforma è in ancora fase di lancio. Uno degli ideatori del meccanismo è Giovanni Lucchetta, imprenditore di Conegliano e amministratore di TreCuori, società benefit. «Il principio da cui parte tutto è il patto di reciprocità: se io ti offro un caffè, tu sarai portato a offrirmelo all’incontro successivo – spiega Lucchetta -. Quindi, se io vengo a comprare da te, quando avrai bisogno tu verrai da me. E questa la proposta che facciamo con Marketpass e i commercianti rispondono positivamente, così escludiamo le grandi imprese e favoriamo gli scambi tra piccole e medie».

MarketPass vale sia per gli scambi tra aziende sia tra utenti e aziende. Funziona così: «Se faccio un acquisto da 100 euro, 20 di questi (ma la quota la decide ogni commerciante) sono annotati su un conto Cordis – spiega Lucchetta -: veri e propri soldi (sotto forma di credito), spendibili solo all’interno del circuito, quindi solo verso le altre Pmi».

In pratica, i prodotti su MarketPass vengono pagati dall’acquirente e incassati dal venditore parte in euro e parte in Cordis; incassare in Cordis non vuol dire avere in mano una moneta diversa dall’euro ma annotare l’importo da portare in compensazione nelle operazioni successive. I prezzi, però, devono essere competitivi con quelli praticati da Amazon, altrimenti l’utente se ne va. «Questo è un tema focale – osserva Lucchetta-, se su Marketpass un prodotto costa 100, poniamo 80 in euro e 20 in Cordis, su Amazon deve costarne 102 perché valga la pena acquistarlo. Altrimenti no». E la piattaforma si pone come obiettivo di monitorare il confronto: «Siamo noi che controlliamo i prezzi- sottolinea Lucchetta -, facciamo in modo che il negoziante abbia i prezzi allineati con i grandi player».

Ma ci sarebbe di più: la maxi aggregazione di Pmi, che in Italia rappresentano la stragrande maggioranza delle aziende, avrebbe più potere nei confronti dei produttori. «Anche loro sono interessati a questo meccanismo – assicura Lucchetta -: il grande produttore ha paura quando Amazon è il principale cliente perché di fatto è nelle sue mani, alcuni ci hanno già offerto prezzi migliori. Con una massa critica significativa saremo in grado di andare dai produttori a negoziare i prezzi per tutta la rete».

TreCuori, che gestisce la piattaforma ed è titolare di un brevetto riconosciuto nel 2019, arricchisce questo mercato con il meccanismo del welfare indiretto, che si propone come misura anti-inflazione: la persona beneficiaria del welfare indiretto avrà a disposizione una somma con la quale pagare circa il 20% di ciò che acquista se si rivolgerà a una Pmi.

Tommaso Moretto

 

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