Ideato da FRADI Impresa Sociale Srl e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ecco il progetto che fa leva sul welfare aziendale grazie alla partnership con TreCuori
Presso la sede di Olbia della Camera di Commercio di Sassari, è stato presentato il progetto Community Welfare @Olbia.
Si tratta dell’iniziativa che è stato ideata da FRADI Impresa sociale Srl ed è vincitrice di un finanziamento a valere su: “Welfare di comunità”, promosso da Fondazione Èbbene, Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico e Fondazione di Comunità San Gennaro, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e riservato alle migliori idee imprenditoriali e di prossimità italiane. FRADI è una realtà nata nel 2020 ma animata da professionisti con tanti anni di esperienza nel terzo settore e nello sviluppo locale che sta per entrare a far parte del partenariato del FLAG Nord Sardegna: manca solo la ratifica da parte dell’Assemblea dei Soci.
A presentare il progetto Communiy Welfare @Olbia al primo incontro pubblico, con partner e istituzioni della città, è stato il presidente di FRADI, Francesco Sanna assieme al referente Michele Salis e a tutti gli altri protagonisti dell’impresa sociale.
Il progetto per i prossimi sei mesi avrà come centro operativo la città olbiese con l’obiettivo di creare un sistema di welfare aziendale attraverso la leva del welfare aziendale. I destinatari del percorso sono le imprese con i loro dipendenti e conseguentemente le loro famiglie e tutto il tessuto produttivo della città. Il maggiore benessere generato dovrebbe stimolare la produttività dei lavoratori e creare un circolo virtuoso in cui vincono tutti, dalle imprese che aumentano la loro responsabilità sociale, insita in quella imprenditoriale ma spesso poco emergente, ai lavoratori che potranno usufruire sul territorio di questi benefici, fino agli erogatori dei servizi che si trovano nel territorio.
Come sarà possibile?
L’impresa sociale FRADI ha sistemi di welfare aperto, condivisi e territoriali, nel senso che i lavoratori potranno scegliere gli erogatori di welfare sul territorio e inserirli nei loro piani personalizzati. Piani di welfare e progetto di sviluppo locale.
Con quale strumento?
Lo strumento è la piattaforma sviluppata dal partner di progetto TreCuori, che offre un canale di vendita dei servizi facile e intuitivo.
Per dare qualche numero, l’dea è quella di arrivare a creare 15 piani di welfare aziendale che toccano 375 lavoratrici e lavoratori con le loro rispettive famiglie e un totale di 150 erogatori di servizi sul territorio.
Le attività:
- Seminari e webinar per approfondire il tema con formazione per le imprese. Generali o anche specifici;
- Sportello welfare. Fornire consulenza personalizzata per impresa, lavoratore ed erogatore;
- Creazione dei piani di welfare aziendale;
- Creazione e implementazione degli erogatori di welfare territoriale della città di Olbia;
- Valutazione progetto;
- Restituzione pubblica dei risultati con l’evento finale;
Risultati attesi:
- Benessere lavoratori e famiglie;
- Rafforzamento legame tra imprese e lavoratori;
- Responsabilità sociale imprese;
- Impatto economico sulla città di Olbia (241.874€ di spesa welfare sul territorio).
Alcuni degli impatti sociali di medio periodo:
- Aumento conoscenza dei nuovi bisogni dei lavoratori;
- Inclusione lavorativa di persone con disabilità (art.14 L.68/99).
Cos’è il Welfare aziendale?
A spiegarlo il direttore di FRADI, Dimitri Pibiri: “Il welfare è una situazione win-win“. Vincono tutti perché il welfare è uno strumento che consente alle imprese di erogare compensi che vanno oltre il salario e che possono beneficiare del vantaggio fiscale, non essendo tassati, e potendo essere investiti interamente in servizi utili a seconda dei bisogni e dei desideri dei lavoratori. È meglio di altre premialità e incentivi, fa aumentare benessere e migliora il clima aziendale e conseguentemente la produttività delle imprese. Per farlo serve uno strumento: la piattaforma TreCuori, provider welfare nato nel Veneto e già attivo in questo settore già prima del 2016, come spiega il suo referente Flavio Di Stasio. Si tratta di un modello unico in Italia che può accontentare l’azienda con uno strumento fruibile che sostenga poi tutto il territorio. Ciò che prima erano tasse ora sarà una ricchezza generativa. “Oggi il lavoratore ha bisogno di sostegno al reddito, il rincaro prezzi a cui assistiamo ne ha diminuito il potere d’acquisto: i lavoratori non hanno avuto una integrazione, l’unico strumento oggi può essere questo sistema del welfare“. Siccome ancora questi strumenti sono semi sconosciuti, la cosa fondamentale sarà investire nell’informazione per aiutare il tessuto sociale e questa rappresenta la parte iniziale del processo che FRADI vuole portare avanti.
Dopo la presentazione del progetto spazio alle discussioni, alle domande e alle altre presentazioni dei partner presenti.
Welfare e pesca
Presenti il presidente e vicepresidente del FLAG, Benedetto Sechi e Gavino Soggia, e i rappresentanti del mondo del terzo settore, delle cooperative, gli imprenditori e i referenti dell’Agenzia Aspal della città olbiese.
In particolare, il presidente Sechi ha affrontato il problema dal punto di vista dei pescatori. “Il welfare è uno strumento che può avere un impiego in un settore dove non esiste il welfare, neanche quello di primo tipo. I pescatori quando sono imbarcati se si ammalano o infortunano non vanno in malattia, vengono sbarcati e poi eventualmente reimbarcati senza nessuna certezza. Può sembrare strano che esistano settori così, ma nella pesca c’è un salario convenzionale basso, la busta paga si costituisce con una parte di minimo e una parte legata alla produzione. In questi anni ho provato a far cambiare le cose parlando chi ne aveva il potere ma non ci sono riuscito. Quello che è interessante come FLAG con la nuova programmazione è fare progetti di sviluppo locale dove riuscire a inserire questi elementi. Potremmo, quindi, provare a inserire nelle nostre azioni dei modelli di questo tipo, cerchiamo di capire in che modo aiutare il settore, ma avremo modo di ragionarci insieme“.