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Categoria: Welfare Aziendale
TreCuori scelta da Confartigianato e Welfare Insieme a sostegno del Terzo Settore!
Facendo la spesa, acquistando regali natalizi, o perfino andando dal parrucchiere, è possibile sostenere realtà non profit del tuo territorio: è la forza del Marketing Sociale.
Le attività aderenti a Confartigianato e coinvolte in questo meccanismo virtuoso si sono impegnate a veicolare una porzione del guadagno ottenuto grazie ai dipendenti delle imprese che fanno welfare verso progetti a impatto sociale; il tutto sotto la supervisione di WelFare Insieme e del partner TreCuori, che garantiscono la regolarità di questo processo.
Il meccanismo di funzionamento è molto semplice: le persone che vogliono acquistare un prodotto o un servizio nella rete di erogatori convenzionati potranno andare sul sito di TreCuori e consultare l’elenco delle attività che aderiscono al progetto. Scegliendo questi negozi e dichiarandosi “consumatori TreCuori” riceveranno, al raggiungimento di una soglia minima di spesa, un voucher con un codice che, registrato sull’app gratuita, farà pervenire il contributo alla scuola o ad altre organizzazioni che potranno essere individuate (suggerite) dal consumatore stesso.
La rete di attività convenzionate è in continuo aumento: ad oggi comprende ferramenta, ottiche, centri benessere, parrucchieri, alimentari, farmacie, bar, ristoranti e molto altro ancora. Grazie al marketing sociale questi esercenti hanno la possibilità di coinvolgere e fidelizzare la propria clientela, evidenziando come la spesa fatta possa avere una ricaduta positiva per il proprio territorio.
Il Marketing Sociale consente quindi di generare un circuito virtuoso, grazie al quale le imprese e i negozi riescono a sostenere organizzazioni e progetti che operano in ambito sociale.
Attraverso il marketing sociale è possibile altresì finanziare progettualità fortemente radicate nel territorio.
È proprio quanto accaduto nel progetto RigenerArti e nel progetto Valoriamo, entrambi sostenuti da Fondazione Cariplo.
Nel caso del progetto Valoriamo, è nato il Fondo Comunitario gestito dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese il quale raccoglie risorse coinvolgendo la rete di attività commerciali convenzionate allo scopo di realizzare attività e percorsi di inclusione socio-lavorativa. La proposta del Marketing Sociale è quindi un’opportunità interessante in una prospettiva di secondo welfare; è un meccanismo che riesce ad ingaggiare il circuito delle piccole attività del territorio, i comuni cittadini che compiono acquisti e le imprese che fanno welfare aziendale allo scopo di finanziare interventi e organizzazioni che a livello locale promuovono l’inclusione sociale.
Sul fronte di RigenerArti, Fondazione Cariplo e Confartigianato Imprese hanno sviluppato con importanti risultati questo progetto che ha l’obiettivo di creare un welfare più comunitario attraverso la diffusione di servizi di welfare tra micro-piccole imprese e famiglie. L’accordo ha interessato progressivamente sette province (Brescia, Como, Cremona, Lecco, Mantova, Milano, Monza-Brianza e Novara).
Il coordinamento dei progetti sta in capo a WelFare Insieme, con il quale conferma in modo tangibile la sua mission, ovvero supportare le Associazioni Territoriale di Confartigianato nel dare una risposta strutturata, permanente e collegata ai territori, alla crescente domanda di servizi per il benessere delle persone.
L’attenzione al benessere e alla salute dei propri collaboratori è un fattore determinante per la crescita delle aziende. Ne è convinta Rollawaycontainer (link al sito), leader nel settore della produzione e vendita di articoli professionali, che ha deciso di attivare un articolato piano di welfare aziendale in collaborazione con la Società Benefit TreCuori di Conegliano.
In un clima di pesante incertezza economica e sanitaria, diventa sempre più evidente la difficoltà di gestire lavoro, famiglia e salute. Nonostante il periodo complicato, l’azienda veneta che da diversi anni ha scelto il commercio digitale è cresciuta in termini di clienti e ordinativi con un conseguente incremento del personale. “La nostra è una squadra unita che parla al femminile” spiega Monica Gasparini, responsabile amministrativo e finanziario. “L’azienda è cresciuta grazie all’incontro tra il nostro storico team e le nuove figure provenienti da importanti atenei come IULM, IUSVE e Ca’ Foscari. Risorse preparate alle sfide di un mercato sempre più digitale e che hanno portato una sensibilità ed uno spirito fortemente progressista in tema di gender equality, famiglia, istruzione e salute”.
Il gran lavoro fatto da tutto il team di Rollawaycontainer ha permesso all’azienda di crescere con importanti risultati. L’integrazione tra le nuove risorse, che hanno portato una visione giovane e femminile, e lo storico team produttivo a prevalenza maschile, ha determinato un bilanciamento di idee e la nascita di progetti che si sono rivelati fondamentali per il successo aziendale.
Rollawaycontainer ha quindi scelto di premiare i propri collaboratori impegnandosi in un piano di welfare aziendale di durata triennale siglato con TreCuori. Un piano che si concretizza in un sostengo economico reale per i dipendenti, da spendere in libertà in servizi di istruzione, salute, famiglia, viaggi e vacanze, sport, cultura, assistenza alla persona, previdenza complementare e interessi sui mutui.
Rollawaycontainer ha scelto la piattaforma TreCuori anche per favorire le spese del Welfare sul territorio permettendo in questo modo di aiutare il tessuto produttivo locale. Questo è possibile grazie ad alcuni strumenti messi a disposizione nel piano di welfare come i Buoni TreCuori che ogni lavoratore può spendere presso le attività commerciali che preferisce, compresi i negozi di vicinato locali, senza nessun costo d’incasso per i commercianti. La sensibilità per il territorio resta infatti un punto chiave per l’azienda veneta, nonostante l’obiettivo sia quello di sviluppare una piattaforma attiva sia in Italia che in Europa.
CONSIGLI E SPUNTI PER PIANI WELFARE ATTIVATI A CAVALLO DELLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO CONTABILE, UN MOMENTO CHE, SE BEN SFRUTTATO, PUÒ ULTERIORMENTE AUMENTARE LE OPPORTUNITÀ DEL WELFARE!
Il welfare aziendale, quello vero, non ha di per sé una forte stagionalità: i piani possono partire e finire in qualsiasi momento dell’anno, ma sicuramente il periodo a cavallo della chiusura dell’esercizio contabile (sia nel periodo finale che iniziale) è un periodo nel quale molte aziende decidono di attivare un piano welfare, soprattutto se lo fanno per la prima volta (è un “momento di bilanci” e di premi ai dipendenti).
Varie sono le considerazioni che è utile tenere presente in questi casi: in primis quella relativa alla competenza dei costi del piano di welfare, cioè in quale esercizio sono da imputare da un punto di vista di contabile, ma anche ad esempio alcuni aspetti operativo-gestionali, quali le tempistiche e le modalità di attivazione del piano.
Se vuoi approfondire l’argomento puoi leggere l’articolo completo, oppure contattaci! Un nostro consulente sarà felice di spiegarti tutto nei dettagli.
ENTRIAMO NEL VIVO DELL’ARGOMENTO: IN QUALE ESERCIZIO SONO DA CONSIDERARE I COSTI DEL PIANO WELFARE?
LA COMPETENZA CONTABILE
Trattandosi di un aspetto tecnico-contabile, è importante partire dal principio di competenza da considerare: è quello della “competenza economica“, in virtù del quale deve essere rispettata la CORRELAZIONE tra costi e relativi ricavi a cui si fa riferimento.
Questo ci fa capire che l’imputazione dei costi:
- NON dipende quindi dal momento nel quale i lavoratori godranno dei benefit;
- MA dipenderà dalle motivazioni che sono alla base delle premialità che l’azienda intende riconoscere ai propri dipendenti.
Volendolo spiegare con un esempio:
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- il piano welfare potrebbe essere attivato nel mese di dicembre dell’anno 2021, in virtù dei risultati che l’azienda ha ottenuto nell’anno 2021: questi costi saranno quindi da contabilizzare nell’esercizio 2021 anche se i lavoratori godranno dei benefit nel 2022;
- oppure, il piano potrebbe essere attivato nel mese di dicembre dell’anno 2021, per offrire ai dipendenti delle premialità che possano migliorare il clima aziendale nel 2022, quindi questi costi saranno da contabilizzare nell’esercizio 2022.
Capiamo quindi che diventa molto importante redigere il regolamento nel modo più chiaro e corretto possibile, facendo in modo che siano ben definiti i motivi alla base delle scelte dell’azienda.
I PARAMETRI TEMPORALI
Altro interessante aspetto da considerare è il termine ultimo entro il quale l’azienda può decidere di attivare un piano welfare imputandone i costi all’esercizio in chiusura: anche in questo caso può variare da caso a caso, in funzione di quando sia la data di approvazione ufficiale del bilancio. Questo vuol dire che l’azienda può decidere di attivare un piano welfare anche nei primi mesi dell’anno successivo ed imputare questi costi all’esercizio precedente, purché il bilancio non sia ancora stato approvato e la motivazione alla base delle premialità riconosciute sia riconducibile chiaramente ai risultati raggiunti nell’esercizio precedente.
Facciamo un esempio:
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- un’azienda che ha la data di approvazione del bilancio il 23 marzo 2022 potrebbe decidere di attivare un piano welfare fino al giorno precedente (cioè entro il 22 marzo 2022) e porre come motivazione alla base della premialità l’aver ottenuto risultati soddisfacenti per l’anno 2021. I costi relativi a questo piano welfare, essendo correlati a ricavi dell’esercizio precedente, vanno contabilizzati nell’esercizio 2021;
- altro caso è invece se l’azienda ha già approvato il bilancio dell’anno precedente; in questo caso, nel nostro esempio dopo il 23 marzo 2022, non sarà più possibile attivare piani welfare attribuendone i costi all’esercizio 2021. I costi di nuovi piani welfare saranno normalmente contabilizzati nell’esercizio corrente (2022), o eventualmente negli esercizi futuri, in funzione di quanto indicato nel regolamento, sempre nel pieno rispetto del principio di competenza e quindi della correlazione costi-ricavi.
GLI ASPETTI OPERATIVO-GESTIONALI RELATIVI ALL’ATTIVAZIONE DI UN PIANO WELFARE A CAVALLO DELLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO
LE TEMPISTICHE
Uno degli aspetti da considerare nell’attivazione di un piano welfare a cavallo dell’esercizio contabile è quello delle tempistiche necessarie. Di solito la prima preoccupazione del direttore delle risorse umane o del titolare di un’azienda in questa particolare situazione è: “Siamo ancora in tempo per poter attivare un piano welfare?“. La risposta a questa domanda dipende da alcuni fattori: prima di tutto dalla piattaforma welfare scelta dall’azienda. Per quanto riguarda TreCuori, molto spesso la risposta potrà essere sì: infatti siamo un provider welfare estremamente flessibile che permette l’attivazione di piani welfare in tempi molto veloci (addirittura possono essere sufficienti 2 o 3 giorni per attivare un piano).
Naturalmente quello che non è da sottovalutare, è che questi tempi sono possibili se l’azienda ed il suo consulente hanno già le idee chiare sui parametri in base ai quali intendono impostare un piano welfare, quali ad esempio: come definire le categorie omogenee di dipendenti beneficiari di welfare benefit, che valori riconoscere alle varie categorie, come comunicare ai propri dipendenti la decisione aziendale di attivare un piano welfare, come informare i propri collaboratori sul funzionamento del welfare e della piattaforma che l’azienda mette loro a disposizione. Si tratta di aspetti molto importanti che vale la pena di “valorizzare” tenendo anche presente che, se gestiti superficialmente, potrebbero ridurre la piena soddisfazione dei dipendenti e quindi la piena riuscita di un piano.
LA PROCEDURA
Quindi, cosa deve decidere e fare l’azienda, eventualmente insieme al suo consulente, per attivare un piano welfare, soprattutto se in una fase di “fine o inizio esercizio”?
Vediamolo di seguito una sintesi schematica dei passi principali che l’azienda deve seguire:
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- valutare se, da un punto di vista normativo, operare autonomamente oppure avvalersi del supporto del proprio Consulente o della propria Associazione di Categoria (in caso di necessità TreCuori è a disposizione per loro);
- valutare se, da un punto di vista operativo, agire autonomamente oppure avvalersi del supporto di una piattaforma di Welfare Aziendale (come ad esempio TreCuori);
- identificare quale tipo di welfare vuole attivare (a questo link una News di approfondimento sui diversi tipi di welfare attivabili);
- se è necessario il regolamento, decidere chi lo deve redigere (il proprio consulente, la propria associazione di categoria oppure TreCuori) e naturalmente i parametri che deve riportare (categorie omogenee, valori, durata, ecc.);
- sottoscrivere il mandato senza rappresentanza con il quale incarica TreCuori di acquistare per proprio conto i servizi e i beni scelti dai lavoratori;
- approvare l’offerta commerciale;
- disporre la prima provvista finanziaria;
- decidere come e quando comunicare ai propri collaboratori l’attivazione del piano welfare ;
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…in sintesi: step in gran parte predefiniti, più semplice a farsi che a dirsi!
ULTERIORI OPPORTUNITÀ A CAVALLO DELL’ESERCIZIO: L’OTTIMIZZAZIONE DELLA SOGLIA MASSIMA DI FRINGE BENEFIT
Attivare un piano welfare a cavallo di due esercizi contabili presenta dei vantaggi anche in termini di ottimizzazione della soglia massima fruibile da parte dei lavoratori in Fringe Benefit: poiché la loro attribuzione all’esercizio di competenza viene fatta facendo riferimento al momento della loro prenotazione e non al momento effettivo della loro spesa, attivando un piano welfare a cavallo di due esercizi si dà la possibilità ai propri collaboratori di massimizzare la spendibilità del credito welfare in Fringe Benefit, che come sappiamo sono considerati una delle modalità di spesa più semplici in assoluto. Cosa vuol dire questo? Spieghiamolo con un esempio:
- Immaginiamo di essere a dicembre 2021: un’azienda sta valutando di erogare €250 a tutti i propri dipendenti in welfare aziendale:
- se questo piano viene attivato dal gennaio 2022, i lavoratori che spenderanno i propri €250 in Fringe nel 2022, non potranno disporre di ulteriore capienza Fringe Benefit nel corso del 2022;
- se questo piano viene attivato entro dicembre 2021, e se i lavoratori non hanno già fruito nel 2021 di Fringe Benefit, ordinando Fringe Benefit relativi al piano welfare entro il 31/12/2021 manterranno nel 2022 la piena capienza prevista annualmente dalla legge per ulteriori Fringe Benefit. Un vantaggio rilevante sia per i lavoratori che per il datore di lavoro.
- Immaginiamo di essere a dicembre 2021: un’azienda sta valutando di erogare €750 a tutti i propri dipendenti in welfare aziendale ed è interessata a permettere loro di spenderne quanti più possibile in Fringe Benefit, in quanto ritiene che i buoni spesa siano il modo più semplice per spendere il welfare:
- se questo piano viene attivato dal gennaio 2022, i lavoratori che spenderanno i propri €250 in Fringe nel 2022, non potranno disporre di ulteriore capienza Fringe Benefit nel corso del 2022 e dovranno spendere i restanti €500 in rimborsi e acquisti diretti;
- se questo piano viene attivato entro dicembre 2021, e se i lavoratori non hanno già fruito nel 2021 di Fringe Benefit, ordinando Fringe Benefit relativi al piano welfare entro il 31/12/2021 (sfruttando appieno il limite raddoppiato di €516 previsto in via straordinaria dalla legge per il 2021), manterranno nel 2022 la piena capienza prevista annualmente dalla legge per ulteriori Fringe Benefit potendo così ordinare altri €250 sempre in buoni spesa ed esaurendo così tutto il proprio credito molto facilmente.
Con TreCuori la massimizzazione dell’utilizzo dei buoni spesa non si limita agli esempi appena visti relativi ai Fringe Benefit, ma è enfatizzata anche grazie alla disponibilità de Buoni Alimentari, un’unicità della piattaforma TreCuori che permette ai lavoratori di spendere sempre in buoni fino a circa € 1.700 annui (che si aggiungono ai €258 o €516 dei Fringe Benefit). Si tratta di una tipologia di utilizzo che non è normalmente messa a disposizione dalle altre piattaforme welfare, che invece rappresenta un motivo di grande interesse per lavoratori e aziende, che cercano sempre modalità di spesa del credito molto semplici.
QUALCOSA DI PIÙ DI SEMPLICI BENEFIT
È ormai pacifico che il Welfare Aziendale non siano semplicemente benefit che godono di mera esenzione fiscale e contributiva, ma si tratti di un modo per consolidare il legame tra aziende e collaboratori, ottimizzando per le prime il costo del lavoro e rappresentando per i dipendenti una maggiore capacità di spesa, il tutto contribuendo a migliorare il clima aziendale e la soddisfazione dei soggetti coinvolti.
E se tutto questo viene fatto nel periodo natalizio di fine anno, può assumere un valore simbolico ancora più forte, perché oltre ad essere “momento di bilanci” è anche un momento dal forte valore emotivo intrinseco.
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Insomma, se alcuni di questi aspetti ritieni possano interessarti per la tua azienda, avrai capito che anche negli ultimi giorni dell’anno non è troppo tardi, anzi può essere il momento migliore per iniziare a fare Welfare!
Chiamaci per parlarne insieme, sarà per noi un piacere poterti essere utili.
E ricorda, come espresso dal nostro pay-off: “TreCuori, il Welfare del tuo Territorio“!
Non solo a dipendenti ed aziende: a chi è utile il welfare aziendale? Scopriamolo in questa News!
Quando si pensa al welfare aziendale si fa spesso riferimento a 2 soggetti: all’impresa che ottimizza il costo del personale e ai dipendenti che ottengono un maggior potere d’acquisto.
In realtà, il welfare aziendale offre di per sé utilità anche ad altri soggetti, soprattutto se viene attivato con modalità e strumenti particolarmente efficaci e virtuosi. Vediamo nello specifico di chi si tratta:
- Imprese che possono incassare Spese Welfare – Molti quando pensano a questa categoria di soggetti quali potenziali beneficiari dell’attivazione di un piano welfare, hanno in mente solamente quelle aziende che erogano beni e servizi welfare rientranti tra le categorie previste dalla legge. In realtà, non bisogna dimenticare che i Fringe Benefit possono essere incassati potenzialmente da qualsiasi attività; fino ad ora però, solo le imprese di alcuni settori merceologici si erano organizzate con strumenti che ne permettessero l’incasso, come ad esempio i buoni spesa e carburante emessi da supermercati e stazioni di servizio.
Recentemente si sono affacciati in questo ambito nuovi attori, quali ad esempio le grandi catene dell’elettronica, dell’abbigliamento e di altri settori presenti a livello nazionale o nell’online. La nuova frontiera di questa sfida è però ora ancora più importante: riuscire ad allargare quanto più il numero di soggetti che possono intercettare tali spese fino ad arrivare ai singoli negozi di prossimità indipendenti.
Ad esempio, nel caso della piattaforma welfare TreCuori, a differenza di altre piattaforme, qualsiasi erogatore ha la possibilità di incassare spese welfare senza dover sostenere alcun costo o commissione, ricevendone il pagamento in tempi molto brevi. Ne è un esempio il Buono Spesa TreCuori, che può essere incassato da qualsiasi attività locale che lo voglia.
- Consulenti e Associazioni di Categoria – sono le figure che possono supportare le aziende nel godere di tutti questi nuovi benefici generati dal welfare aziendale e così ampliare i propri servizi consulenziali offerti. Normalmente si pensa solo ai Consulenti del Lavoro e alle Associazioni di Categoria. In realtà, ci sono molte altre figure professionali che sempre più si stanno impegnando in questo settore quali ad esempio: consulenti HR, commercialisti, avvocati, consulenti assicurativi, ecc…fino alla comparsa nel mercato di veri e propri welfare specialist, ovvero figure altamente specializzate su questi temi con la finalità di supportare al meglio ogni azienda cliente nell’ottenere una buona riuscita del proprio piano welfare;
- No-profit – Sì, spesso gli erogatori dei servizi welfare possono essere anche dei soggetti no-profit. Può sembrare strano? In realtà no, ed è sufficiente fare qualche esempio per comprenderlo: pensiamo a tutte le cooperative sociali che si occupano di assistenza alla persona (dall’infanzia alla terza età) e che di fatto erogano servizi per legge pagabili con il welfare, oppure al mondo dello sport dove palestre, centri sportivi, società dilettantistiche, ecc. possono incassare spese welfare in seguito all’erogazione dei propri servizi (abbonamenti, iscrizioni a corsi singoli, tesseramento, ecc. ).
Anche in questo caso, il welfare aziendale se attivato con strumenti particolarmente virtuosi permette di coinvolgere soggetti che normalmente ne rimarrebbero esclusi, massimizzandone così i benefici per tutti.
Pensare a questi soggetti ci fa comprendere come il valore sociale del welfare vada al di là del mero risparmio fiscale e contributivo per aziende e lavoratori e così è più facile capire il motivo per cui lo Stato lo abbia pensato e ora stia favorendo questo tipo di dinamiche.
- Amministrazioni Pubbliche – Sono tanti gli amministratori pubblici che sono interessati al welfare, a vari livelli nazionale, regionale e locale, quali ad esempio i Sindaci e gli assessori, (siano questi sia di attività produttive che del commercio locale, del sociale e del welfare). Ma perché le amministrazioni sono interessate al welfare aziendale? Per fare in modo che le imprese ed i lavoratori del proprio territorio conoscano e godano di quei benefici “di base” del welfare (es. risparmio fiscale e contributivo, ecc.) e, quando gli strumenti utilizzati lo consentono (come nel caso della piattaforma Welfare TreCuori, fare si che i benefici si estendano anche alle altre imprese locali permettendo loro di intercettare quelle spese welfare, innescando così una ricaduta economica positiva nel territorio. Questa visione nasce anche dalla consapevolezza che il welfare di primo livello (quello dello Stato) non può soddisfare tutti i bisogni dei cittadini e pertanto l’amministratore pubblico vede nel secondo welfare – come ad esempio quello aziendale – un modo per soddisfare le esigenze di propri concittadini;
- Sindacati – inizialmente alcuni sindacati avevano guardato al welfare aziendale con particolare prudenza principalmente per due motivi:
- la prima preoccupazione era legata alla spendibilità del welfare aziendale, perché quando il welfare non è facilmente spendibile per il lavoratore potrebbe essere un beneficio “non pieno” di cui poter godere;
- la seconda preoccupazione era legata all’impatto sulla posizione pensionistica dei lavoratori e alla valutazione del rapporto tra beneficio immediato ed effetto sulla posizione pensionistica futura. Questa tematica è stata approfondita da tecnici del settore che hanno rassicurato sull’effettivo beneficio offerto al lavoratore dal welfare aziendale, come ad esempio illustrato nella News dedicata e consultabile al seguente link.
Con il tempo, il mondo sindacale ha dimostrato una maggiore apertura nei confronti del welfare aziendale, diventando addirittura in molti casi propositivo dopo aver appurato come le preoccupazioni sopra descritte siano di fatto superate, ad esempio grazie ai nuovi strumenti sul mercato che permettono ai lavoratori di poter godere della massima flessibilità nella spesa del proprio credito welfare. Questa apertura è confermata anche dal sempre più alto numero di Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro (CCNL) che prevedono forme di welfare aziendale a favore dei lavoratori all’interno delle condizioni concordate tra rappresentanze sindacali e associazioni datoriali.
Il primo CCNL a cui normalmente si pensa ( e il più importante in termini di numero di lavoratori interessati) è quello dei metalmeccanici, dove il welfare aziendale era già stato introdotto nell’accordo del 2016. Ne sono poi seguiti molti altri, dai pubblici esercizi agli orafi e argentieri, dalle telecomunicazioni alle concerie solo per citarne alcuni.
I sindacati inoltre hanno dimostrato negli anni un forte interesse alla ricaduta sul territorio generata dal welfare, come confermato ad esempio da alcuni eventi da loro organizzati dedicati proprio a questi temi. Ne è un esempio il convegno “Welfare aziendale: quali vantaggi per aziende, lavoratori e territorio bellunese?” svoltosi per iniziativa della CISL di Treviso Belluno.
Nel modo di applicare il welfare aziendale ci sono ulteriori soggetti o vantaggi rispetto a quanto abbiamo appena descritto: è questo il caso della piattaforma welfare TreCuori che cerca di massimizzare il beneficio di tutti i vari soggetti coinvolti.
In questi casi, l’obiettivo più profondo è di fatto massimizzare i benefici del welfare facendo in modo che da welfare aziendale evolva in welfare territoriale, interessando dunque un ulteriore soggetto a cui il welfare è utile e per il quale assume un ruolo decisivo: il Territorio.
Così facendo si amplificano i benefici primari, generando lavoratori sempre più contenti perché più liberi di effettuare le proprie spese anche nei negozi di prossimità preferiti; ai lavoratori si aggiungono le aziende che sono più libere nell’attivare il welfare anche per importi più alti in quanto maggiore è la possibilità di spesa, e generano benefici che prima non ci sarebbero stati, in quanto ora sono legati alla spesa nel territorio, al coinvolgimento di nuovi soggetti e all’attivazione di economia circolare.
La cosa interessante è che i soggetti alla base del welfare, come ad esempio i lavoratori o gli imprenditori che hanno attivato il piano welfare, non si devono preoccupare di attivare queste dinamiche solo per fare del bene ad altri soggetti, ma perché consapevoli che se il territorio in cui vivono è più prospero, sono di conseguenza più “ricchi” anche loro e tutti i soggetti che lo vivono.
Questa analisi ci permette di comprendere che, il fenomeno welfare è molto più articolato di quanto possa sembrare ad una visione superficiale e ne sono un esempio i tanti Master post laurea specialisti che sono comparsi nel mercato in questi ultimi anni quali ad esempio il Master in Management del Welfare di Ca’ Foscari, il Master in Gestione d’impresa di Bologna Business School, il Master in Bilateralità, Welfare Integrato e Fondi della LUISS, quello in Welfare Aziendale del Sole24Ore, ecc…
In conclusione, quale ulteriore soggetto è possibile considerare come beneficiario delle dinamiche del welfare? È lo Stato, che con una visione più ampia dei propri benefici, si pone l’obiettivo di creare situazioni win-win che possono rappresentare vantaggi per aziende, cittadini e al contempo anche se stesso.
Lo Stato può trarre vantaggi molto concreti dal momento che:
- risparmia su alcune spese pubbliche come ad esempio le spese per la sanità;
- genera servizi utili per il sistema nazione senza costi diretti, soprattutto dove questo non ha la capacità produttiva sufficiente (ne sono un esempio i servizi di istruzione e formazione, e sanità pubblica;
- favorisce il volano dell’economia stimolando la domanda e migliorando il potere d’acquisto dei cittadini;
- utilizza dinamiche amministrative totalmente tracciate che di fatto riescono a far emergere anche il sommerso e generare così nuovo gettito per lo Stato.
Il welfare aziendale è dunque un meccanismo che genera benefici per tanti soggetti e che, in un’ottica più allargata, favorisce la prosperità dello Stato, insieme ai suoi cittadini e alle sue imprese!
Per approfondire la tua conoscenza sul welfare, leggi anche le altre News della serie “L’ABC del Welfare” oppure contattaci. Sarà per noi un piacere poterti essere utili!
MERCOLEDÌ 27 OTTOBRE 2021 APPUNTAMENTO CON IL WORKSHOP GRATUITO ORGANIZZATO DA ASCOM SERVIZI PADOVA CON IL CONTRIBUTO DEL FSE
Responsabilità sociale d’impresa: una realtà in grado di trasformare il ruolo delle aziende nella società favorendone la costruzione di una più sostenibile, inclusiva e coesa. La responsabilità di impresa, però, va comunicata per poter permettere il fruttuoso avvicinamento di aziende e cittadini in un percorso virtuoso in grado di creare opportunità sia per le imprese che per i clienti ed i collaboratori, in una parola una relazione strategica a beneficio di tutti.
Un panel di relatori di spicco si alterneranno nel corso del workshop con il compito di approfondire queste tematiche: dopo i saluti di Marco Italiano, Vice Direttore di Ascom Servizi Padova, Alessandra Cappellari dell’Università Ca’ Foscari di Venezia approfondirà il tema di come comunicare in modo efficace la responsabilità sociale in relazione alla PMI.
Camilla Speriani, fondatrice Collectibus Srl SB e Laura Baù (HSE & CSR Specialist FITT), spiegheranno come creare nuove opportunità, migliorare la reputazione del brand e favorire la soddisfazione di clienti e collaboratori.
La relazione virtuosa e strategica della responsabilità sociale nei territori e nelle comunità verrà approfondita da Alberto Fraticelli, cofondatore e direttore TreCuori Spa SB.
Responsabilità sociale e salvaguardia dell’ambiente, best practice sostenibili ed innovative nella relazione tra responsabilità sociale e salvaguardia dell’ambiente verrà trattato da Stefano Moresco (Luxury Food – “Moresco M.eat Gusto Rispetto”). Francesco Andrea Fiore (Consulente in Evoluzione Smart del Business & Cultura) e Giulia Turra (Executive Manager Start Cube – Galileo).
A moderare l’evento l’imprenditore e giornalista Domenico Lanzilotta.
La partecipazione all’evento è gratuita ed è obbligatoria l’iscrizione (clicca qui).
Confartigianato Imprese Padova, nell’ambito dell’iniziativa dello sportello PID in collaborazione con la Camera di Commercio di Padova, affronta il tema del welfare aziendale con una particolare attenzione agli strumenti che permettono ad aziende e lavoratori di poterne usufruire.
Nel corso del webinar viene approfondito il caso studio della piattaforma welfare TreCuori Società Benefit che ormai da 5 anni ha sviluppato una piattaforma con specifiche peculiarità: libertà dei lavoratori, accessibilità anche a tutte le imprese a prescindere dalla loro dimensione (anche alle PMI), coinvolgimento dei fornitori locali di prossimità ed innescare così un circolo virtuoso che generi una ricaduta economica sul territorio.
Il webinar prevede la spiegazione dei concetti base del welfare aziendale per permettere a tutti i partecipanti di poterne comprendere appieno le dinamiche, per poi illustrare le motivazioni che sono alla base dell’utilità delle piattaforme di welfare aziendale – qualsiasi esse siano – per poi entrare più nel dettaglio delle differenze che vi possono essere tra le varie modalità di funzionamento scelte dalle varie piattaforme.
Intervengono all’evento, oltre ai relatori Alberto Fraticelli (Direttore e Co-founder TreCuori Spa) e Roberta Artusi (Welfare Specialist in Confartigianato Imprese Padova), anche tre imprenditori associati Confartigianato che hanno introdotto il sistema welfare nelle proprie imprese:
- Federica Gamba di Gamba Stampi;
- Donella Merlo di Tipografia Zampieron;
- Roberto Cagnin di Officine Meccaniche 2C.
La Camera di Commercio Treviso – Belluno, in collaborazione con le Associazioni di Categoria che dal 2005 fanno parte del Tavolo Tecnico sulla Responsabilità Sociale d’Impresa, organizza la dodicesima edizione degli Open Day CSR in azienda, quest’anno in modalità webinar.
Nell’epoca interessata dall’industrializzazione 4.0, dalla dematerializzazione dei documenti e dalla Carta internazionale dei diritti digitali si ritiene utile approfondire la conoscenza di alcune realtà imprenditoriali del territorio trevigiano e bellunese che hanno adottato strategie vincenti nell’ambito della gestione del lavoro. Un lavoro che cambia e che si deve adattare alle nuove tecnologie e dinamiche che inevitabilmente si instaurano.
ll dodicesimo ciclo di Open Day CSR, si pone quindi l’obiettivo di declinare alcuni aspetti relativi ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro, anche in risposta all’emergenza sanitaria: dal Welfare allo smart working, alla conciliazione vita-lavoro, ecc., cercando di fornire una panoramica che consenta di vedere i differenti approcci aziendali. Sono previsti anche altri interventi che rientrano nella Responsabilità Sociale d’Impresa, declinata nelle sue tre componenti: economica, sociale ed ambientale.
Due gli appuntamenti in programma: mercoledì 29 settembre 2021 è previsto un focus sulle imprese di produzione con la partecipazione delle imprese Galdi SrL – Paese (TV) e Venix SrL – Castelminio di Resana (TV), mentre giovedì 13 ottobre 2021 invece il focus sarà sulle società di servizi DBA Group SpA – Villorba (TV) e TreCuori SpA Società Benefit – Conegliano (TV).
Un pomeriggio no-stop tra cultura, sport e sostenibilità: sono questi i tre pilastri su cui è stato costituito l’intero programma di Alma Mater Fest, evento organizzato da CUSB e Università di Bologna, che ha avuto luogo lunedì 11 ottobre 2021.
Con 50 eventi e oltre 70 ospiti in una festa che coinvolge contemporaneamente 14 location tra la sede Principale di Bologna e le altre sedi della Romagna, è l’occasione dedicata a studenti e studentesse per conoscersi, confrontarsi e scoprire l’Ateneo che li ospiterà tramite dibattiti, musica e spettacoli, tornei sportivi, incontri con ospiti di eccellenza, talk e lectio magistralis.
Anche Alberto Fraticelli, Direttore e co-founder di TreCuori, tra i relatori del talk in programma “Il coraggio di innovare”, dedicato ai cambiamenti profondi che attraversano il mondo del lavoro e alle sfide imprenditoriali del futuro.
Il programma completo della manifestazione è disponibile al sito www.almamaterfest.it, mentre per rivedere l’evento in streaming clicca qui.
Tanti sono i servizi welfare che rientrano nella categoria “istruzione”… molti più di quanti immagini! Continua a leggere per scoprirli tutti.
Per moltissime famiglie settembre è il mese in cui i propri figli rientrano a scuola ed ogni anno questo periodo si caratterizza per le ingenti spese relative all’istruzione che sono chiamate a sostenere.
Forse non tutti lo sanno, ma la quasi totalità delle voci afferenti alle spese per la scuola, rientrano tra i servizi spendibili con il proprio credito welfare. Sei curioso di sapere quali sono? Allora questa News è per te!
QUALI SPESE SCOLASTICHE SONO AMMESSE?
Come anticipato, sono moltissime le voci di spesa relative all’istruzione che possono essere “pagate” dai lavoratori beneficiando del welfare aziendale. Vediamo ora qualche esempio di quali beni e servizi stiamo parlando:
- spese d’iscrizione e frequenza ad istituti (pubblici o privati) di ogni ordine e grado riconosciuti, dall’asilo nido all’università e al master post laurea. Sono comprese ad esempio: tasse d’iscrizione, rette di frequenza, contributi volontari per l’ampliamento dell’offerta formativa, esami e certificazioni svolte all’interno del servizio scolastico, contributi di partecipazione ai test d’ammissione, tasse regionali per il diritto allo studio, ecc.;
- spese per l’acquisto di libri di testo scolastici ed universitari;
- spese per la fruizione della mensa scolastica;
- spese per l’abbonamento al trasporto pubblico o al servizio di scuolabus;
- spese per servizi di pre e/o post scuola;
- spese per la partecipazione a gite didattiche e/o viaggi d’istruzione;
- spese sostenute per corsi di lingua in Italia o all’estero presso enti riconosciuti;
- spese per l’iscrizione e frequenza di centri estivi, invernali e ludoteche;
- spese d’iscrizione a corsi in istituti di alta formazione e specializzazione, compreso il conservatorio;
- iscrizione a corsi per patente di guida;
- e dal 2021 spese per l’acquisto di dispositivi digitali quali PC, tablet e laptop per la frequenza della Didattica a Distanza (news di approfondimento al seguente link).
QUALI BENI NON SONO AMMESSI
Non sono ammessi al pagamento con il welfare i beni materiali ad eccezione di quelli espressamente previsti quali libri scolastici, PC, tablet, ecc.
Quindi non rientrano tra le spese ammesse i beni quali: i materiali di cartoleria, lo zaino, il grembiule e simili, che però potrebbero essere acquistati in quanto Fringe Benefit, ad esempio utilizzando i Buoni Welfare TreCuori presso una cartoleria del proprio territorio che partecipa al nostro progetto. Per maggiori informazioni si rimanda alla News dedicata “Fringe Benefit e buoni spesa: cosa sono e come usarli?”.
I servizi invece sono tutti ammessi se aventi natura di istruzione.
LIMITI DI SPESA CONSENTITI
Per le spese d’istruzione considerate in quanto tali la legge non prevede alcun limite di spesa: questo vuol dire che un lavoratore potrebbe pagare con il proprio credito welfare spese anche per decine di migliaia di Euro come, ad esempio, per una prestigiosa università all’estero per la propria figlia oppure un importante master post universitario per se stesso. Naturalmente rimane il limite della disponibilità del credito a disposizione del lavoratore.
Può essere utile ricordare che, come spiegato nelle prossime righe, ci sono alcune spese afferenti all’istruzione che sono pagabili con il welfare solo in quanto Fringe Benefit: si tratta di beni materiali non specificatamente previsti dalla normativa, che quindi possono essere pagati entro i limiti di spesa dei Fringe Benefit (maggiori info a questo link).
I BENEFICIARI
Possono beneficiare del welfare aziendale per l’acquisto di beni e servizi relativi all’istruzione sia il lavoratore che i propri familiari quali coniuge, figli, genitori, fratelli/sorelle, suoceri, generi/nuore (anche se non conviventi e non fiscalmente a carico), ma è importante sottolineare che la modalità di pagamento dovrà essere diversa a seconda del soggetto beneficiario della spesa.
Per maggiori informazioni sui beneficiari ammessi in materia di welfare puoi trovare maggiori informazioni in questa News dedicata: “Quali sono i Beneficiari dei benefit welfare?”.
MODALITÀ DI PAGAMENTO
Vediamo quindi quali sono le due diverse modalità di pagamento a seconda che il beneficiario sia il familiare (caso naturalmente molto più frequente), oppure il lavoratore stesso (caso un po’ meno comune ma non per questo meno importante):
- nel caso dei FAMILIARI la norma consente il RIMBORSO, cioè il pagamento da parte dell’azienda o della sua piattaforma welfare, direttamente nel conto corrente del lavoratore. La legge prevede alcune agevolazioni di particolare interesse relativamente a questa modalità di pagamento: infatti l’importo può essere anche parziale (ad esempio quando il credito disponibile è minore di quello per il quale si chiede il rimborso) e consentito anche nel caso di spese sostenute anche in anni precedenti. Il lavoratore non deve far altro che caricare nella piattaforma il documento di spesa giustificativo del servizio intestato ad un familiare ed entro qualche giorno riceverà direttamente nel proprio c/c bancario o postale l’importo rimborsato.
- nel caso del LAVORATORE la norma richiede tassativamente il pagamento tramite ACQUISTO DIRETTO da parte dell’azienda o della piattaforma da lei utilizzata. Con questa modalità il lavoratore sceglie il servizio di suo interesse e sono in capo a all’azienda o alla piattaforma welfare gli aspetti contabili e il pagamento all’erogatore del servizio. In questo modo al lavoratore viene garantita la massima libertà di scelta, senza essere coinvolto negli aspetti formali dell’acquisto, quindi senza che debba effettuare il pagamento in prima persona e senza che gli sia intestato alcun documento fiscale (fattura o ricevuta), che invece deve essere intestato all’azienda o alla piattaforma per conto di essa.
Per approfondimenti in merito alle modalità di pagamento si rimanda alla News dedicata: “Come pagare Beni e Servizi con il Welfare Aziendale?”.
SPESE WELFARE E DETRAZIONI: COME MASSIMIZZARE IL BENEFICIO FISCALE?
Molti si chiedono se i servizi in questione possano essere sia pagati con il welfare che portati in detrazione nella dichiarazione dei redditi del lavoratore.
Per rispondere è importante precisare subito che la legge non consente che una spesa sia pagata con il welfare e allo stesso tempo portata in detrazione nella dichiarazione dei redditi del lavoratore. Questo perché ciò comporterebbe un doppio vantaggio fiscale per il dipendente.
Ciò non rappresenta però un limite assoluto.
Infatti, è importante considerare che spesso le soglie massime consentite dalla legge per la detrazione sono minori degli importi effettivamente sostenuti da parte delle famiglie. In questi casi il lavoratore ha la possibilità di massimizzare il beneficio fiscale portando in detrazione la quota massima consentita dalla legge e chiedendo il rimborso con il welfare dell’importo eccedente.
Con un esempio è molto facile comprendere questo concetto. Immaginiamo il caso di una spesa sostenuta per spese d’istruzione (dalla scuola materna alle superiori):
- spesa effettiva sostenuta dalla famiglia per un figlio in un anno: 2.000 €;
- detrazione consentita dalla legge: 19% su una spesa massima di 800 € annuo per figlio (ovvero il lavoratore godrà di un beneficio fiscale di 152 €);
- rimborso consentito in welfare: 1.200 €.
In questo modo, il lavoratore ha potuto sia portare in detrazione una parte della spesa effettuata sia avere rimborsata con il welfare la parte eccedente, massimizzando così il suo beneficio fiscale nel pieno rispetto della norma.
MA LE PIATTAFORME WELFARE SONO TUTTE UGUALI RELATIVAMENTE A QUESTE SPESE?
No, non sono tutte uguali! Fruire di questi servizi può essere molto diverso sia per i lavoratori che per le loro aziende a seconda della piattaforma welfare utilizzata.
Questo è vero soprattutto per le spese di istruzione per il lavoratore infatti, in questo caso, la spesa deve essere gestita tramite pagamento diretto, e quindi potrebbero emergere dei problemi o delle limitazioni nella scelta se la piattaforma utilizzata non riesce ad offrire un’ampia varietà di pacchetti.
Nel caso invece delle spese di istruzione per i familiari, poiché la normativa ne consente il rimborso, la fruizione è più semplice e anche le differenze tra le piattaforme sono minori, ma comunque presenti. Pensiamo ad esempio alla modalità operativa del pagamento (da alcune piattaforme effettuato nel cedolino paga, quindi con tempi più lunghi e con minore chiarezza, mentre da altre piattaforme bonificato direttamente nel conto corrente del lavoratore nel giro di pochi giorni), oppure alla facilità o meno della procedura di richiesta del rimborso, così come alle tempistiche di approvazione dello stesso o alla disponibilità di informazioni sugli aspetti fiscali (ad es. compatibilità con la detrazione) che possono permettere al lavoratore di ottimizzare le proprie scelte.
In sostanza, è importante che le aziende quando attivano piani welfare valutino in maniera molto attenta le caratteristiche delle possibili piattaforme welfare a cui possono affidare la gestione del loro piano perché le differenze e le implicazioni sia per loro che per i loro lavoratori sono molto più rilevanti di quanto si possa immaginare e possono permettere o meno il buon esito di una strategia di welfare.
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Insomma, abbiamo capito che il welfare offre grandi vantaggi ad imprese e lavoratori anche nell’ambito delle spese d’istruzione. Non si tratta infatti solo di spese scolastiche in senso stretto (iscrizione per i figli), ma di molte tipologie di interesse per il lavoratore e i suoi familiari, grazie alla varietà dei beneficiari ammessi, all’ampiezza dei servizi previsti e alla molteplicità delle modalità di fruizione.
In tutto questo diventa cruciale il ruolo della piattaforma welfare, che a seconda dei casi, può più o meno agevolare aziende e lavoratori nell’usufruire del welfare nel modo più soddisfacente possibile.
Leggi anche le altre News della nostra serie dedicata “L’ABC del Welfare” ed approfondisci la tua conoscenza sul welfare!