L’obiettivo è garantire il benessere dei lavoratori e, allo stesso tempo, produttività e impegno nell’azienda. Il tutto attraverso un sistema che mette assieme imprese e lavoratori. A perseguire questo obiettivo, ossia il welfare aziendale, è la start-up Fradi, prima azienda Sarda del settore, nata con lo scopo di mettere in relazione il “benessere dei lavoratori” con “gli interessi dell’azienda”. Attraverso i servizi di Fradi, il datore di lavoro può erogare i premi di produzione usando la formula del benefit e consentendo al dipendente di avere una sorta di “portafogli” su una piattaforma, in questo caso la “TreCuori”, attraverso cui accedere a una serie di opportunità.

Le opzioni sono i servizi primari come i classici buoni spesa, l’asilo nido o la badante per gli anziani, ma si arriva ai centri estivi per i ragazzi, viaggi-vacanza, sedute per la cura della persona o pagamento di pay-tv, perché “il welfare aziendale si basa, sì, sui bisogni ma anche sui desideri dei lavoratori” spiegano. Un sistema che, chiarisce Francesco Sanna, presidente della società ed esperto in sviluppo locale e nel supporto alle imprese per l’accesso al credito e alla finanza “ha un risvolto pratico ed economico di non poco conto”. Un esempio? “Supponiamo che un’azienda debba pagare un premio di 1.000 € a lavoratore – spiega -, ciò significa che in busta paga il dipendente premiato porterà a casa 650 Euro mentre all’azienda l’intera operazione costerà 1.200€. Se invece il premio viene erogato in beni e servizi welfare, il costo complessivo dell’azienda per ogni lavoratore e l’effettivo importo di il lavoratore potrà beneficiare coincideranno, e sarà pari in questo esempio a 1.000 €. Questo perché i premi erogati in welfare godono di completa detassazione sia per quanto riguarda l’azienda che il lavoratore, con conseguenti benefici per entrambi”. Con il risultato che ciascun lavoratore potrà scegliere il suo supermercato, dentista o estetista di fiducia. “In questa elasticità nella scelta del fornitore si innesca un meccanismo economico che – argomenta il presidente -, ora più che mai può realizzare una vera rete di sviluppo locale proprio perché il lavoratore solitamente sceglie di spendere quel benefit sul territorio nel quale vive”.

La start-up ha sede a Olbia ma opera in tutta l’Isola. “Molte aziende ci stanno contattando per accedere al servizio – sottolinea Sanna – noi ci occupiamo della consulenza all’impresa e ai lavoratori, assistiamo l’impresa nella predisposizione del piano di welfare e del regolamento e mettiamo in campo la piattaforma digitale “TreCuori” dove avvengono tutte le transazioni sulla spesa dei lavoratori”.

In sostanza, l’azienda che decide di convertire il premio produzione in welfare aziendale, contattando Fradi (https://fradisrl.it/), assegna il quantitativo economico del lavoratore alla piattaforma. Qui ogni lavoratore può accedere al suo salvadanaio e soddisfare le proprie esigenze, anche estendendo il suo welfare a tutto il nucleo familiare, compresi suoceri e nuore.

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Non solo provider, TreCuori è la Società Benefit specializzatasi in welfare aziendale che svolge un’azione capillare di sostegno ai territori e alle persone. Intervista al socio e fondatore Alberto Fraticelli 

 

Potremmo azzardare che TreCuori rappresenta l’anello di congiunzione tra il sistema dei provider e il mondo del Terzo settore in cui azienda e territorio è rimasto il binomio imprescindibile dell’attività di TreCuori, una delle prime Società Benefit costituite in Italia, sempre grazie alla norma della legge di Stabilità del 2016 che introduceva la possibilità di definire nuovi statuti societari in cui il profitto non era l’unico scopo delle società profit.

Dotata di una piattaforma welfare di proprietà che consente di gestire in autonomia le oltre 2mila aziende clienti, TreCuori si caratterizza per operare in un’ottica di intermediazione senza intermediazione: un paradosso positivo che favorisce fornitore ed utente.  I lavoratori con all’attivo un piano welfare TreCuori hanno infatti la possibilità di spendere il proprio credito welfare con la massima libertà, rivolgendosi anche ai propri fornitori di fiducia locali. A questi, a differenza di altre piattaforme welfare, TreCuori non chiederà alcuna commissione generando così un vantaggio per l’economia dei territori ma al contempo anche al fornitore che non ha sostenuto alcun costo per la convenzione stipulata. Ad oggi sono oltre 20mila i fornitori di servizi welfare della rete TreCuori in tutta Italia e possono esserne aggiunti di nuovi in qualsiasi momento.

Un modello di welfare generativo quello di TreCuori, non estrattivo, come dicono gli analisti del settore e finalizzato alla soddisfazione del cliente, azienda e lavoratori dell’azienda, generando benefici all’economia dei territori in cui le imprese sono insediate, per produrre benefici economici per tutti. Il welfare aziendale di TreCuori, in questo modo, è in grado di generare relazioni più calde, favorendo una integrazione non scontata tra azienda e comunità territoriali diventando un volano di sviluppo e di crescita per tutti.

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La definizione di provider di welfare aziendale gli va un po’ stretta. “Tre Cuori nasce prima della legge di Stabilità del 2016 con cui si è innescata la rivoluzione del welfare aziendale in Italia – spiega Alberto Fraticelli, socio e direttore generale della società – il nostro percorso viene dal marketing sociale per arrivare al welfare”. Potremmo azzardare che Tre Cuori rappresenta l’anello di congiunzione tra il sistema dei provider e il mondo del Terzo settore.

Azienda e territorio è rimasto il binomio imprescindibile dell’attività di Tre cuori, una delle prime società benefit costituite in Italia, sempre grazie alla norma della legge di Stabilità del 2016 che introduceva la possibilità di definire nuovi statuti societari in cui il profitto non era l’unico scopo delle società profit. Tecnicamente un “provider” puro, in quanto dotato di una piattaforma proprietaria per gestire l’offerta di benefit e prestazioni di welfare per oltre 2000 aziende clienti, così come all’inizio gestiva l’offerta di servizi per le azioni di marketing sociale.

Provider “con qualcosa in più”. Cioè? “Innanzitutto il territorio. Prima che la pandemia lo imponesse come nuovo elemento di resilienza e di sviluppo – continua Fraticelli – per noi il territorio è stato un riferimento costante. Ci hanno definiti operatori dell’economia dei territori, non tanto dell’economia del territorio. Differenza non banale: il nostro intervento non è finalizzato a difendere questo o quel territorio a scapito di un altro. La nostra attenzione è quella di sviluppare l’economia dei territori. Il gioco non è a somma zero, ma somma sempre positiva, poiché vogliamo innescare sempre dei circuiti di fornitori – oggi sono oltre 20mila – legati al territorio in cui è insediata l’azienda che ci chiede l’intervento. L’obiettivo è sempre la filiera corta”.

Circolarità? In qualche modo sì, anche perché la circolarità è inserita nel Dna dell’impresa Tre Cuori. “Nel nostro marchio abbiamo tre cuori inseriti in un cerchio azzurro. I tre cuori rappresentano il mondo profit, quello no profit, e il mondo dei cittadini, delle persone che fruiscono dei servizi. Il cerchio in cui racchiudiamo questi tre soggetti è quello della Pubblica Amministrazione, fattore di servizio per tutti gli altri” aggiunge Fraticelli.

Un’altra caratteristica non comune dell’offerta di welfare aziendale di Tre Cuori è la maggiore libertà di scelta assicurata ai lavoratori destinatari del piano. “Le aziende per cui lavoriamo sono chiamate ad amplificare l’ascolto dei loro collaboratori – spiega Fraticelli – al punto da chiedere loro di indicare il fornitore del servizio offerto. Che sia lo studio dentistico o la palestra, sono i lavoratori a proporre il loro fornitore di fiducia all’interno della piattaforma”. Questo ovviamente è un vantaggio per l’economia dei territori, come detto, ma anche un vantaggio per il fornitore che non pagherà alcuna commissione al provider per la convenzione stipulata.

Intermediazione senza intermediazione: un paradosso positivo che favorisce fornitore e utente. “Noi poi offriamo un servizio di customer service particolarmente efficace – continua Fraticelli – non legato all’orario di lavoro, in modo da consentire al lavoratore di prenotare i propri servizi senza dover sottrarre tempo al lavoro”. Per Tre Cuori non c’è mai il conflitto con il consulente aziendale. Che si tratti del commercialista, del consulente del lavoro o dell’associazione di categoria, Tre Cuori offre la propria collaborazione senza volersi sostituire a essi.

La caratteristica attenzione al territorio si è confermata durante il periodo della pandemia. I buoni spesa di Tre Cuori sono stati utilizzati anche come omaggi natalizi per le aziende che non hanno potuto erogare tutte le prestazioni welfaristiche promesse. Con un’attenzione particolare: erano buoni spesa spendibili integralmente sul territorio. Nessuna concessione ai più “facili” buoni affidati ad Amazon o a Zalando; le imprese clienti di Tre Cuori ne hanno fatto una scelta di “cuore”, indirizzando la spesa dei buoni spesa alle attività commerciali del territorio che avevano sofferto durante il periodo della pandemia.

“Il nostro modello di welfare generativo, non estrattivo, come dicono gli analisti del settore – aggiunge Fraticelli – è finalizzato alla soddisfazione del cliente, azienda e lavoratori dell’azienda, generando benefici all’economia dei territori in cui le imprese sono insediate, per produrre benefici economici per tutti. Il welfare aziendale, in questo modo, è in grado di generare relazioni più calde, favorendo una integrazione non scontata tra azienda e comunità territoriali. Diventa un volano di sviluppo e di crescita per tutti. Le difficoltà della pandemia hanno favorito questa novità, questa consapevolezza di condivisione delle difficoltà. Ci sono aziende, e parlo di molte Pmi, che vogliono continuare a fare welfare in azienda con la convinzione di mantenere queste relazioni”.

A proposito di cuore, Fraticelli conclude con un aneddoto da libro cuore, ma è tutto vero: “Un nostro nuovo cliente, un piccolo imprenditore familiare, titolare di un’azienda tessile della Romagna, con ottanta dipendenti, ci ha chiesto di predisporre un piano di welfare aziendale, anche per dare un segnale di attenzione ai dipendenti, che si erano caricati l’onere della continuità aziendale durante la malattia dei titolari. Il Covid ha bloccato fuori dall’azienda i titolari, ma i dipendenti hanno continuato a lavorare assumendosi l’onere di proseguire il lavoro al buio. Oggi l’imprenditore vuole in qualche modo restituire questa vicinanza assicurando un piano di welfare anche in un momento economico difficile per tutti”.

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Il welfare integrato di TreCuori punta a sostenere attività commerciali ed economiche di prossimità, in un’ottica di economia circolare.

 

Prendersi cura del territorio attraverso il welfare conviene. E non solo alle aziende. Nell’ultimo anno, per far fronte alle difficoltà emerse durante il lockdown e attutire le conseguenze economiche della pandemia, è cresciuta la richiesta di servizi da parte di Sindaci e Comuni, alla ricerca di soluzioni immediate per distribuire buoni spesa e buoni pasto. Gli operatori del welfare sono stati arruolati per agevolare l’erogazione del bonus alimentare, prima nella primavera e poi nell’autunno del 2020. In alcune realtà locali, però, si è fatto un passo in più, aiutando non solo le persone in difficoltà, ma anche le attività commerciali del territorio.

È questa da sempre la missione di TreCuori, società Benefit nata con l’obiettivo di generare una ricaduta sociale ed economica positiva attraverso l’attività di welfare aziendale e marketing sociale. A prescindere dal fatto che operi con un’azienda o con una Pubblica amministrazione, la società specializzata in welfare punta a non disperdere ‘altrove’ le risorse messe in campo, ma a indirizzarle verso i negozi di vicinato e le attività commerciali ed economiche di prossimità, in un’ottica di economia circolare.

“La nostra non nasce come piattaforma di welfare aziendale tradizionale, ma secondo la logica del valore condiviso”, spiega Alberto Fraticelli, Direttore di TreCuori. Lo strumento ideato prevede, infatti, che le attività ‘convenzionate’ TreCuori non paghino alcuna commissione, per garantire massima libertà al cittadino di scegliere dove acquistare e all’azienda di selezionare i fornitori. “Vogliamo far interagire mondo economico, mondo sociale e cittadini”.

La particolarità della soluzione sta proprio nella scelta di valorizzare gli operatori economici del territorio, spesso esclusi dal paniere di beni e servizi messo a disposizione dai grandi provider per la gestione dei fringe benefit. Per questa ragione, accanto ai buoni tradizionali, sono stati sviluppati i “buoni welfare TreCuori” che, al contrario, possono essere incassati da qualsiasi attività commerciale, senza commissione e con garanzia di pagamento ogni settimana. Quello che sembrava uno strumento locale e dai piccoli numeri si è rivelato una scommessa vincente: a oggi sono stati emessi buoni per un valore di oltre 800mila euro.

“Gli altri strumenti non si rivelavano adeguati allo scopo perché dedicati a un unico target”, spiega Fabio Streliotto, Co-founder di TreCuori ed esperto di progetti di welfare pubblico e territoriale. “Il welfare pubblico di solito opera a vantaggio di chi si trova in condizioni di fragilità, il welfare aziendale a beneficio di chi ha un contratto. Se li mettiamo insieme e facciamo sì che interagiscano in maniera virtuosa, però, valorizziamo anche il welfare comunitario offerto dalle organizzazioni no profit”.

 

L’impegno sui territori al fianco dei Comuni

Ben prima che l’emergenza Covid rendesse urgente la collaborazione tra player del welfare e amministrazioni pubbliche, TreCuori aveva infatti sperimentato progetti di welfare territoriale e comunitario in diverse zone del Paese. In provincia di Ravenna, nove Comuni del territorio, Associazioni di Categoria e istituzioni locali si sono riuniti nel consorzio “In Bassa Romagna” e, tra le varie iniziative che hanno sviluppato, hanno dato vita al progetto Fate i buoni. Si chiama invece Welfare Brianza la piattaforma promossa all’interno delle progettazioni relative alle politiche di conciliazione Famiglia-Lavoro dagli Ambiti Territoriali di Monza Brianza e dall’ATS MB, insieme all’azienda speciale consortile Offertasociale, che consente l’erogazione di Bandi contributo a sostegno dei Servizi di Conciliazione e ne favorisce la diffusione tramite un accesso unitario ai servizi. Infine, nella provincia di Lecco è nato il progetto Buoni solidali coordinato da Valoriamo e gestito dall’impresa sociale Il Girasole.

Il progetto di Lecco, in particolare, nasce proprio dalla volontà di promuovere una ricaduta economica che non si limiti ad avvantaggiare soltanto i lavoratori. Per non escludere le persone dotate di minore familiarità con gli strumenti digitali, sono stati creati dei welfare point, presidi fisici che supportano gli utenti nell’utilizzo della piattaforma digitale e aiutano i cittadini a orientarsi tra i servizi offerti. Il valore raccolto dall’iniziativa è confluito poi in un fondo istituito dalla comunità per sostenere le politiche attive del lavoro. Da strumento riservato ai lavoratori più garantiti, il welfare aziendale è diventato così in grado di generare nuove opportunità di inserimento.

“Quando hanno ricevuto le risorse, tutti i Comuni si sono trovati di fronte alla complessità di dover gestire i meccanismi di distribuzione e si sono rivolti alle piattaforme welfare che offrivano servizi simili. Queste, però, spesso scontano un limite legato alle percentuali di incasso e al fatto che chi accetta i buoni pasto non sempre è l’unico soggetto economico che il Comune avrebbe preferito coinvolgere per sostenerne l’attività”, spiega Fraticelli.

Qui entra in gioco il meccanismo illustrato: com’è accaduto nella zona di Lecco, il Comune pubblica un bando invitando tutti i soggetti economici del territorio – tra gli altri, supermercati, alimentari, farmacie – e li suddivide poi tra grandi player e piccoli player. Ogni beneficiario riceve un buono, in parte spendibile ovunque e in parte spendibile solo presso i negozi di prossimità, per garantire non solo che i fondi stanziati rimangano effettivamente sul territorio, ma anche che siano distribuiti quanto più possibile. “È un valore aggiunto che va oltre il welfare aziendale: diventa sviluppo locale”.

In questa direzione vanno anche le campagne di marketing sociale promosse sul territorio. Nel padovano, i Comuni di Abano, Montegrotto e Battaglia Terme hanno invitato oltre mille famiglie a fare acquisti nei negozi aderenti al circuito, con l’obiettivo di destinare alla scuola e ad altre no profit nuovi contributi a ogni spesa effettuata negli esercizi commerciali della zona. L’approccio legato alla responsabilità sociale si rivela, insomma, utile non solo per rivitalizzare le attività commerciali della zona e non lasciare impoverire interi territori, ma anche per dare una nuova veste al welfare aziendale. A tutto vantaggio sia delle amministrazioni pubbliche, che investono sulle loro comunità, sia delle aziende, che vogliono far star bene le proprie persone e magari attirarne di nuove.

“La bassa natalità, l’invecchiamento progressivo della popolazione e il fatto che i giovani guardino ormai a un mercato del lavoro globale sono tutti buoni motivi per preoccuparsi del territorio”, conclude Streliotto.  I giovani chiedono flessibilità e welfare e vogliono vivere in un territorio che non offra solo lavoro, ma anche servizi. “In termini di attrattività le piccole imprese non possono competere con le grandi multinazionali, ma i territori sì. Non possono farlo da sole, ma devono farlo insieme”.

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Si chiama “Fradi” ed è la prima, e finora unica in Sardegna, start-up sociale che si occupa di welfare aziendale. Il nome richiama i termini di “fratello” e “fratellanza” e l’obiettivo è offrire un insieme di servizi che metta in relazione il benessere del lavoratore, l’interesse dell’impresa e la creazione di una rete a sostegno del territorio. Attraverso i servizi di “Fradi”, il datore di lavoro può erogare i premi di produzione (solitamente riconosciuti in denaro ai dipendenti) sotto forma di benefit.

La start-up ha sede a Olbia ma opera in tutta l’Isola “perché mai come nel periodo di pandemia che si sta vivendo c’è una forte esigenza di avere nuovi e più efficaci servizi di assistenza con una nuova visione del welfare, non più a ciclo chiuso che inizia e finisce, ma come opportunità per creare un cambiamento strutturale e di percezione nelle persone”, sostiene Francesco Sanna, presidente della società ed esperto in sviluppo locale e nel supporto alle imprese per l’accesso al credito e alla finanza. Sanna è anche presidente di Fidicoop Sardegna, il maggiore consorzio fidi isolano del sistema cooperativo.
Fanno parte della squadra di “Fradi” anche Dimitri Pibiri (imprenditore sociale e ideatore di servizi per la famiglia e di conciliazione famiglia-lavoro), Efreem Carta (consulente per le aziende in materia di sicurezza sul lavoro e progettista in ambito welfare) e Rossana Salis (imprenditrice sociale e pedagogista clinica).

GLI EFFETTI DEL COVID

Partendo da questi cambiamenti, dagli effetti devastanti del Covid, e con l’obiettivo della promozione, sviluppo e realizzazione di interventi di innovazione sul territorio che mettano al centro la persona, la famiglia e il loro sistema di relazioni, è nata in Sardegna la prima start-up sociale che coinvolge i soggetti interessati con l’obiettivo di generare cambiamenti profondi nell’economia e nelle comunità.

OBIETTIVI

“Fradi -, sottolinea Sanna al notiziario Chartabianca – è animata dalla volontà dei dirigenti e imprenditori soci di svilupparsi nel tema del cosiddetto welfare di secondo livello, mai così determinante in questo momento di crisi dove diminuiscono le risorse pubbliche, aumentano i fabbisogni delle persone e cresce la necessità di creare nuovi progetti che mettano insieme tutte le varie componenti pubbliche e private, territorio e comunità”. Un’attività che si pone in linea con il trend che sta emergendo con sempre più forza nel tessuto economico locale, dove i lavoratori che spendono in welfare nel proprio territorio lo aiutano a crescere anche in una situazione difficile come quella attuale. In questo quadro “il welfare aziendale migliora anche il clima all’interno delle imprese – spiega Sanna – ma anche il rapporto datore di lavoro-azienda, con un riflesso positivo per l’aumento della produttività“.

COME FUNZIONA

Nel dettaglio, si tratta della possibilità per il datore di lavoro di erogare i premi di produzione sotto forma di benefit. Il datore decide di erogare i premi di produzione in welfare consentendo al dipendente di avere una sorta di ‘portafogli’ su una piattaforma, in questo caso la “Tre Cuori”, attraverso cui accedere a una serie di opportunità. Le opzioni sono i servizi primari come i classici buoni spesa, l’asilo nido o la badante per anziani, ma si arriva ai centri estivi per i ragazzi, viaggi-vacanza, sedute per la cura della persona o pagamento di pay-tv, perché “il welfare aziendale si basa, sì, sui bisogni ma anche sui desideri dei lavoratori”, aggiunge ancora Sanna. Insomma, “ciascun lavoratore può scegliere il suo supermercato, dentista o estetista di fiducia e in questa elasticità nella scelta del fornitore si innesca un meccanismo economico che, ora più che mai, può realizzare una vera rete di sviluppo locale – aggiunge – proprio perché il lavoratore solitamente sceglie di spendere quel benefit sul territorio nel quale vive”.

VANTAGGI PER L’AZIENDA E IL LAVORATORE

Oltre che contribuire allo sviluppo territoriale e dei servizi, questo tipo di welfare può essere anche economicamente vantaggioso per l’azienda che “convertendo il premio produzione in welfare aziendale risparmia mediamente quel 30-40% che avrebbe perso in oneri fiscali e contributivi” e per il lavoratore “che guadagna quella stessa percentuale in potere d’acquisto su servizi”.

COME ACCEDERE

“Molte aziende ci stanno contattando per accedere al servizio – sottolinea Sanna – noi ci occupiamo della consulenza all’impresa e ai lavoratori, assistiamo l’impresa nella predisposizione del piano di welfare e del regolamento e mettiamo in campo la piattaforma digitale “TreCuori” dove avvengono tutte le transazioni sulla spesa dei lavoratori“. In sostanza, l’azienda che decide di convertire il premio produzione in welfare aziendale, contattando “Fradi” (https://fradisrl.it/), assegna il quantitativo economico del lavoratore alla piattaforma. Qui ogni lavoratore può accedere al suo salvadanaio e soddisfare le sue esigenze, anche estendendo il suo welfare a tutto il nucleo familiare, compresi suoceri e nuore.

L’INTERESSE DEI COMUNI

Un sistema che si sta diffondendo anche in ambito pubblico. “Stiamo riscontrando una fortissima apertura proprio dal sistema dell’amministrazioni pubbliche come i Comuni – conferma Sanna – perché questo concetto di ‘benessere’ del lavoratore torna a essere il punto centrale. Le ripercussioni positive contagiano anche il territorio circostante creando una connessione che è, alla fine, un’azione vera e propria di sviluppo locale”.

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Accordo per il welfare

 

Assindustria Venetocentro ha sottoscritto nei giorni scorsi un accordo quadro con la TreCuori, società benefit di Conegliano, che permetterà alle imprese aderenti all’associazione degli industriali di Treviso e Padova di fruire di servizi e condizioni vantaggiose per i propri sistemi di welfare aziendale.

Lo scorso anno Assindustria Venetocentro aveva “testato” il servizio di TreCuori con i propri dipendenti, e l’esito positivo di questa esperienza ha portato a proporre questa piattaforma anche alle 3.500 imprese associate che contano più di 170mila dipendenti.

La TreCuori è una società benefit con sede a Conegliano, focalizzata sui servizi welfare, operativa in tutta Italia con vari partner. I suoi servizi sono già stati utilizzati da più di 80mila persone e 20mila imprese, no-profit e amministrazioni pubbliche e spaziano dal welfare aziendale al welfare pubblico, dal marketing sociale ai sistemi di fidelizzazione, dai circuiti di moneta complementare locale alla gestione dei crediti commerciali. È dotata di una piattaforma on-line di facile utilizzo.

Finora sono più di 600 i piani welfare attivati tramite la piattaforma TreCuori da imprese delle Province di Padova e Treviso, che in questo modo hanno messo a disposizione una grande varietà di prestazioni di welfare ai propri collaboratori.

«Questa piattaforma – spiega Alberto Zanatta, presidente vicario di Assindustria Venetocentro delegato alle relazioni sindacali – consente di usufruire di “pacchetti” con un’ampia offerta di beni e servizi, dando ai nostri collaboratori la massima flessibilità e la libertà di rivolgersi a chi preferiscono. Si va dai buoni spesa alle cure mediche e odontoiatriche, dalla scuola al trasporto pubblico, dalla baby-sitter all’assistenza per gli anziani, dallo sport ai viaggi fino agli interessi sui mutui ed alla previdenza integrativa. Tutto questo si combina con la possibilità per l’azienda di offrire incentivi  fiscali e contributivi. Benefici che fino a poco tempo fa erano accessibili quasi esclusivamente per i lavoratori delle aziende di grandissime dimensioni e che invece oggi sono disponibili anche per i lavoratori delle piccole e medie imprese».

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EN.SU. S.r.l. per il terzo anno ha rinnovato il suo piano di welfare aziendale

 

Nonostante un contesto economico così difficile caratterizzato dall’emergenza pandemica, EN.SU. S.r.l. (www.ensu.it), Spin off dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, con sede presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali (www.geo.uniba.it), attiva da anni  nell’ambito della geologia e geomorfologia costiera, sempre più consapevole delle potenzialità offerte dal piano welfare, anche per l’anno 2021, ha voluto continuare a premiare i suoi collaboratori con un nuovo credito welfare.

Questa esperienza non è altro che la conferma di quanto effettuato nei due anni precedenti, ossia la volontà di valorizzare e sostenere le risorse aziendali più importanti e cioè i propri dipendenti e collaboratori.

In un territorio, quale quello pugliese, in cui il welfare aziendale è ancora uno strumento anonimo, la Spin off EN.SU., assieme ad altre imprese virtuose, si pone come obiettivo prioritario quello di migliorare il benessere dei propri dipendenti, attraverso strumenti innovativi che sappiano conciliare il risparmio fiscale e contributivo unitamente alla valorizzazione del territorio stesso.

Proprio per questo motivo EN.SU. S.r.l., per l’attuazione del proprio piano welfare, grazie alla competenza in materia del suo Consulente aziendale Antonio Nuzzo, ha indirizzato la propria scelta sulla piattaforma “TreCuori”, un provider che offre ai dipendenti e collaboratori la possibilità di spendere il proprio credito welfare rivolgendosi agli erogatori da loro preferiti, generando così una ricaduta positiva per le attività e gli esercenti del territorio.

“La scelta di attivare un piano di welfare aziendale ci ha convinto sempre di più – ha dichiarato il Presidente del Cda dott. M. Milella – perché abbiamo visto migliorare notevolmente il clima aziendale e di conseguenza la produttività. Abbiamo notato un vero e proprio attaccamento dei collaboratori alla nostra realtà aziendale e questo ha generato una ricaduta positiva all’interno dell’ambiente lavorativo. Premiare i nostri dipendenti con un credito welfare, maggiorato rispetto agli anni precedenti, è stata una volontà condivisa all’interno della società e ci fa piacere pensare che questo credito possa essere speso nel territorio locale e contribuire alla ripresa economica”.

I servizi offerti da un piano di welfare aziendale sono davvero tanti e spendere il credito offerto dall’azienda diventa davvero facile.

EN.SU. S.r.l, attraverso il proprio provider TreCuori, mette a disposizione dei propri dipendenti e collaboratori un “pacchetto di somme, beni e servizi” adatti alle loro esigenze  che spaziano, a titolo esemplificativo, dai buoni spesa alle cure odontoiatriche, dalla scuola al trasporto pubblico, dall’assistenza agli anziani al pagamento degli interessi sui mutui.

“Inizialmente eravamo scettici – racconta il collaboratore dott. A. Piscitelli – perché presi dal timore di non riuscire a spendere questo credito; ci siamo dovuti successivamente ricredere in quanto il credito mi ha permesso di ottenere il rimborso degli interessi del mutuo e pagare l’abbonamento alla palestra”.

Abbiamo potuto sperimentare, con piacevole sorpresa, che il valore del credito welfare risulta più conveniente di un premio erogato in danaro – afferma con entusiasmo il collaboratore G. Barracane – e lo abbiamo percepito concretamente poiché lo stesso valore può essere utilizzato non solo per sè, ma anche per i propri familiari. Credo di aver fatto una scoperta davvero unica nel suo genere e ringrazio la Società per avermi dato questa opportunità”.

Il welfare aziendale si è rivelato un importante strumento che non accontenta solo i datori di lavoro e i propri dipendenti, ma anche gli erogatori dei servizi (come ad esempio dentisti, benzinai, palestre, supermercati) che avevano sentito solo parlare del welfare aziendale. Così hanno potuto scoprire che i dipendenti delle aziende possono ricevere benefit welfare spendibili presso i loro esercizi e, pertanto, ringraziano EN.SU. S.r.l per questa importante opportunità, in una logica “win-win”, dove a vincere sono davvero tutti: le aziende, i lavoratori e il territorio.

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La piattaforma di Assindustria e della società TreCuori – L’accordo

 

Imprese e collaboratori potranno contare su una piattaforma “a misura di territorio” per il welfare aziendale. Assindustria Venetocentro ha siglato un accordo con TreCuori, società specializzata di Conegliano, per consentire alle aziende associate di fruire di servizi e condizioni vantaggiose per implementare i propri sistemi di prestazioni integrative. Un tema, quello della diffusione di forme di “assistenza” destinata ai dipendenti, che l’associazione degli industriali di Padova e Treviso promuove da più di un decennio e che la pandemia ha reso di ancora più stringente attualità: oltre mille ditte delle due province hanno erogato in questo modo beni e servizi. E il numero è in crescita negli ultimi mesi.

«La centralità del ruolo dell’impresa è un vero cambiamento culturale accelerato dalla crisi Covid – conferma Alberto Zanatta, presidente vicario di Avc, con delega all’area trevigiana-. Il welfare aziendale emerge ancora di più come leva fondamentale di una strategia aziendale orientata allo sviluppo sostenibile, poiché esercita un impatto positivo sull’intero ecosistema in cui opera: i lavoratori, le famiglie, la comunità e il territorio. Una leva a sostegno di bisogni e consumi. Il welfare contribuisce significativamente anche al successo delle imprese».

TreCuori è una Società Benefit (che cioè, oltre ai profitti, ha tra i suoi obiettivi avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente) focalizzata proprio sui servizi welfare. Sono stati finora più di 600 i piani attivati tramite la sua piattaforma on line da imprese dei due territori, che in questo modo hanno messo a disposizione una grande varietà di prestazioni a oltre diecimila propri addetti.

Lo scorso anno, Assindustria Venetocentro ha “testato” il servizio di TreCuori coi propri dipendenti e l’esito positivo di questa esperienza ha portato a proporre questa piattaforma anche alle 3.500 imprese associate che contano complessivamente più di 170mila dipendenti.

«Consente di usufruire di “pacchetti” con un’ampia offerta di beni e servizi, dando ai nostri collaboratori la massima flessibilità e la libertà di rivolgersi a chi preferiscono – nota Zanatta -. Si va dai buoni spesa alle cure mediche e odontoiatriche, dalla scuola al trasporto pubblico, dalla baby-sitter all’assistenza per gli anziani, dallo sport ai viaggi fino agli interessi sui mutui ed alla previdenza integrativa. Tutto questo si combina con la possibilità per l’azienda di offrire incentivi  fiscali e contributivi. Benefici oggi disponibili anche per i lavoratori delle PMI».

 

 

 

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Assindustria Venetocentro sceglie la piattaforma TreCuori, con sede a Conegliano, per lo sviluppo di nuovi servizi di welfare aziendale

 

Dopo un test “sul campo” che ha dato esito positivo, la piattaforma della società benefit trevigiana sarà a disposizione delle 3.500 imprese associate (per 170mila dipendenti) con particolari condizioni di vantaggio.

È stato infatti sottoscritto un accordo quadro per sviluppare progetti legati ai benefici, per imprese e lavoratori, previsti dalla normativa sul welfare aziendale. TreCuori è un provider specializzato proprio su questo settore.

«Il welfare aziendale è leva fondamentale di una strategia orientata allo sviluppo sostenibile» spiega Alberto Zanatta, presidente vicario di Assindustria Venetocentro e delegato alle relazioni sindacali «che esercita un impatto positivo sull’intero ecosistema: i lavoratori, le famiglie, la comunità e il territorio. Una leva a sostegno di bisogni e consumi».

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L’intesa

 

Assindustria Venetocentro ha sottoscritto un accordo con TreCuori, società di Conegliano, specializzata nella gestione di piattaforme che consentono ad imprese e lavoratori di fruire dei numerosi benefici previsti dalla normativa sul welfare aziendale.

Lo scorso anno, Assindustria Venetocentro ha “testato” il servizio di TreCuori con i propri dipendenti e l’esito positivo di questa esperienza ha portato a proporre questa piattaforma anche alle 3.500 imprese associate che contano complessivamente più di 170mila dipendenti.

«Questa piattaforma – dice Alberto Zanatta presidente vicario di Assindustria Venetocentro delegato alle relazioni sindacali – consente di usufruire di ‘pacchetti’ con un’ampia offerta di beni e servizi, dando ai nostri collaboratori la massima flessibilità e la libertà di rivolgersi a chi preferiscono. Si va dai buoni spesa alle cure mediche e odontoiatriche, dalla scuola al trasporto pubblico, dalla baby-sitter all’assistenza per gli anziani, dallo sport ai viaggi fino agli interessi sui mutui ed alla previdenza integrativa. Tutto questo si combina anche con la possibilità per l’azienda di offrire incentivi fiscali e contributivi. Benefici che fino a poco tempo fa erano accessibili quasi esclusivamente per i lavoratori delle aziende di grandissime dimensioni e che invece oggi sono disponibili anche per i lavoratori delle Pmi».

Sono stati finora più di 600 i piani welfare attivati tramite la piattaforma TreCuori da imprese delle province di Padova e Treviso che in questo modo hanno messo a disposizione una grande varietà di prestazioni di welfare ai propri collaboratori (ne hanno beneficiato più di 10.000). Altrettanto significativo il numero delle imprese che attraverso il welfare aziendale hanno erogato beni e servizi, più di 1.000 nelle due province. Un dato che si è rafforzato in questi mesi segnati dall’emergenza da Covid 19.

Secondo il Rapporto Welfare Index PMI 2020 (curato come ogni anno da Generali Italia insieme a Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni e il coinvolgimento di oltre 4.500 imprese): lo scorso anno per la prima volta oltre il 50% delle imprese ha adottato iniziative di welfare, senza che la caduta economica invertisse una tendenza in corso da anni. Infatti, il 78,9% ha confermato le iniziative in corso e il 27,7% ne ha introdotte di nuove o ha potenziato quelle esistenti.

 

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