Rassegna stampa conferenza di presentazione Cordis Community

 

FONTE: “IL MATTINO”, CLAUDIO MALFITANO

“Un baratto 2.0», lo definisce qualcuno. In realtà è un circuito commerciale, tecnologicamente avanzato, che scambiando beni e servizi permette di lasciare più liquidità alle imprese e competere con i giganti del web. È la “Cordis community” presentata ieri mattina a Palazzo Moroni, con il patrocinio delle istituzioni e l’appoggio della associazioni di categoria Ascom, Confesercenti, Appe e Confartigianato. «È un progetto per il territorio che vuole contribuire a riattivare la domanda interna dopo il periodo difficile del Coronavirus», spiega Alberto Fraticelli, il direttore di “Trecuori”, la società spa benefit che ha avviato il progetto.

UNA COMUNITÀ PER IL TERRITORIO

Cordis, in pratica, è una comunità cui possono aderire aziende e privati cittadini, e dove si possono acquistare prodotti e servizi in totale o parziale compensazione tra loro, senza intermediari. Il Cordis è anche una moneta virtuale che va come controvalore un euro. Ogni acquisto si paga per il 65% in euro e per il 35% in Cordis. Quest’ultima parte si gestisce attraverso un sito o un’applicazione che creano un conto corrente, sul modello dell’home banking. È un modello di rete per cui diventa conveniente acquistare all’interno della comunità di Cordis. Così il margine su quello che si vende si trasforma in sconto su quello che si compra.

L’obiettivo è migliorare la liquidità delle imprese, favorendo la circolazione del denaro e trattenendolo all’interno della comunità. Poi iniettare nel mercato nuova capacità di spesa utilizzabile solo all’interno della “Cordis community”, così da essere stimolo ai consumi sul territorio e contrasto ai colossi del web. E infine anche sostenere l’occupazione, perché potendo coinvolgere i dipendenti nella rete rende più sostenibile il costo del lavoro delle aziende. «La logica è quella delle convenienza – prosegue Fraticelli – È inutile continuare a dire che bisogna smettere di comprare dai giganti del web. Bisogna piuttosto trovare una logica diversa per cui diventa più interessante scegliere un produttore locale».

L’INQUADRAMENTO GIURIDICO

«Il Cordis ovviamente non è una moneta a corso legale», spiega l’avvocato Antonio Di Giorgio, che ha seguito l’iniziativa dal punto di vista legale. «Civilisticamente si può avvicinare più a un titolo improprio, come un buono pasto o i punti MilleMiglia – prosegue –Somiglia al baratto ma con una formula atipica». Le aziende che aderiscono alla rete pattuiscono di scambiarsi beni e servizi in una logica di compensazione parziale, asincrona e multi-soggetto. Parziale perché in Cordis si paga il 35% del valore. Asincrona perché il sistema garantisce che acquisto e vendita possano avvenire in momenti diversi. E poi multi-soggetto perché l’acquisto operato all’interno della comunità può essere compensato vendendo ad uno o più soggetti diversi».

OBIETTIVO 1.500 ADESIONI

Da ieri è on line il sito che permette alle aziende di aderire, anche se sarà il 9 novembre l’apertura ufficiale degli scambi. «L’obiettivo è arrivare a 1.500 adesioni entro fine dell’anno», chiarisce Fraticelli. È possibile aderire al progetto per un anno, liberamente prolungabile. E l’uscita dalla community non comporta alcun costo.

L’adesione prevede un contributo una tantum iniziale che è del 3% dell’ampiezza del conto attivato (i cui limite vengono decisi dall’aderente), poi le spese di gestione di 5 Cordis al mese e una commissione di incasso dell’1,9% per il venditore. Chi aderisce attraverso le associazioni di categoria però vede condizioni molto più agevolate. «Ma i partecipanti non dovranno mettere mano al portafoglio perché tutto potrà essere pagato direttamente in Cordis, cioè in propri prodotti o servizi. Così il cerchio si chiude», conclude Fraticelli.”

Il Mattino di Padova

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Un’intera pagina del Corriere della Sera sul Welfare di TreCuori

I piani di welfare aziendale di TreCuori sono usati da più di 50mila lavoratori in tutta Italia. “Da Siracusa a Bolzano Da Roma a Milano. Da Cortina d’Ampezzo a Porretta Terme”, elenca il direttore Alberto Fraticelli. Oggi, questa società benefit nata nel 2013 in Veneto, serve oltre 2mila aziende, grandi, medie, piccole e micro. A tutte propone di usare il welfare aziendale per accrescere il benessere dei dipendenti, per migliorare la produttività, ma anche per portare il più possibile sul territorio i benefici di questo strumento. E non è una scelta scontata.

Tecnicamente, TreCuori è un provider di welfare aziendale: accompagna le imprese nell’offrire ai loro dipendenti beni o servizi per il benessere personale e famigliare. In pratica, un provider viene pagato da un’azienda affinché costruisca un piano welfare, trovi delle aziende terze che eroghino i servizi inclusi nel piano e consenta ai lavoratori di usufruirne, spesso attraverso una piattaforma digitale. Le opzioni sono innumerevoli: dai buoni spesa ai servizi per minori e anziani, dalla previdenza complementare alle attività ricreative. 

“Il welfare aziendale è un ambito complesso: i provider sono intermediari e facilitatori”, spiega Emmanuele Massagli, presidente dell’Associazione Italiana Welfare Aziendale (AIWA), che è nata nel 2017 e riunisce oggi sedici dei maggiori provider nazionali. Il mercato nel quale operano, negli ultimi anni, è cresciuto in maniera rapidissima e a tratti disordinata. Secondo il rapporto del Laboratorio Percorsi di Secondo Welfare, “i dipendenti coperti da interventi di welfare aziendale gestiti dai provider sono quadruplicati, passando da poco meno di mezzo milione nel 2015 a quasi due milioni nel 2018”. Sommati, i budget di welfare a loro disposizione valgono 750 milioni di euro, per una media ponderata di 558 euro a testa all’anno che, però, viene mediamente utilizzata solo per il 74 per cento. 

Sono dati che, da un lato, dicono quanto il welfare aziendale riguardi ancora una minoranza dei lavoratori, ma che, dall’altro, ne evidenziano anche le grandi possibilità di crescita. Ed è in tal senso che l’esperienza di TreCuori è particolarmente interessante. Non tanto per i numeri, che sono ancora molto piccoli, quanto per la modalità di intervento.

Ricadute sul territorio

“Ci rivolgiamo ad imprese di tutte le dimensioni, soprattutto piccole, medio e micro, per le quali non è così facile fare welfare azien dale con ricadute positive sul territorio”, riprende Fraticelli. “Lavoriamo molto con le PMI, consulenti aziendali e associazioni di categoria: gli erogatori dei servizi inclusi nei nostri piani siano quelli scelti liberamente dai lavoratori, quindi spesso quelli locali”. A differenza di molti altri provider, TreCuori non chiede commissioni agli erogatori, che sono (gratuitamente), abilitati all’incasso su richiesta loro o dei lavoratori. Inoltre TreCuori, sostiene il terzo settore, nel caso in cui un erogatore sceglie di destinare una parte del guadagno ottenuto grazie ai piani welfare a onlus, società sportive, gruppi di volontariato della zona, anch’essi presenti sulla piattaforma.

Stimolare l’economia locale

Pur avendo un modello peculiare, TreCuori non è non è l’unico provider attento al territorio. Secondo il ricercatore di Percorsi di secondo welfare Valentino Santoni, vi sono anche altri esempi positivi, accomunati da tre azioni specifiche. “Analizzare molto bene i bisogni dei lavoratori: cosa serve loro e cosa il contesto già offre. Scegliere fornitori di qualità, privilegiando quelli del posto, per stimolare l’economia locale. Accompagnare i lavoratori perché conoscano bene quel che l’impresa offre”. Infine, allargando lo sguardo, per Santoni “è auspicabile che anche i provider entrino a far parte di reti territoriali composte da attori diversi: istituzioni, enti pubblici, enti erogatori, realtà profit e non profit”.

È il caso della provincia di Lecco, dove TreCuori partecipa a Valoriamo, un ampio progetto che parte dal welfare aziendale per creare opportunità di occupazione e formazione per chi è senza  lavoro. Oppure è il caso di Tradate, in provincia di Varese, dove la cooperativa CGM ha unificato su una piattaforma digitale tutta l’offerta di welfare pubblico, territoriale e aziendale. O, ancora, è il caso di un capoluogo di provincia che, grazie alla collaborazione tra un provider e una fondazione bancaria, offrirà presto i servizi di welfare aziendale pensati per i dipendenti di un’impresa anche ai cittadini seguiti dai servizi sociali del Comune.

Secondo Massagli di AIWA, “in queste situazioni vincono tutti: le imprese, i lavoratori, le parti sociali e lo stato”. Lo stato perché ha un maggior gettito fiscale e una più ampia offerta di servizi; le parti sociali perchè arricchiscono il welfare territoriale; i lavoratori perché beneficiano direttamente del welfare aziendale; le imprese perché, da un lato, migliorano la produttività e, dall’altro, ottengono quegli sgravi fiscali che sono stati introdotti dalla normativa tra 2016 e 2018 e sono stati confermati anche dall’ultima Legge di Bilancio. Sempre in materia di welfare aziendale,  il Governo ha stanziato 74 milioni di euro per nuovi progetti. “Considerato che vi possono accedere tutte le imprese italiane, sono poche risorse”, commenta Santoni. “Servirebbero interventi in grado di coinvolgere più aziende”.

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Articolo che descrive la collaborazione tra Confartigianato Cremona e TreCuori: nasce Welfare Insieme

 

Si scrive welfare aziendale, si legge far star bene e sempre meglio il collaboratore nell’impresa. Anche nelle imprese artigiane si sta diffondendo il welfare aziendale, che sarà inserito nei futuri rinnovi contrattuali, con le aziende chiamate a mettere a disposizione dei lavoratori strumenti di welfare per importi differenziati in forza di contratti condivisi e firmati con i sindacati. Oggi anche Confartigianato Cremona è pienamente strutturata per dare concreto avvio al nuovo Servizio di Welfare Aziendale e Familiare, individuando una gamma di beni e servizi finalizzata a migliorare la qualità della vita personale e familiare dei collaboratori. Si tratta di una vera e propria politica retributiva aziendale con tanti vantaggi, anche derivati dal fatto che gli importi messi a disposizione dal datore di lavoro sono esenti da contributi previdenziali e ritenute fiscali per i dipendenti, e sono inoltre totalmente deducibili dal reddito d’im,presa. Di tutto questo si è parlato in un convegno tenutosi il 15 ottobre scorso, presso la sede di Cremona, al quale sono intervenuti alcuni esperti del settore: Antonella Pinzauti, direttore generale dell’impresa sociale del sistema Confartigianato e Alberto Fraticelli, co‐founder & direttore generale di “SisportS.s.d.p.a.” ‐ “Trecuori SpA” società benefit. «Si tratta di una sfida importante – ha detto Massimo Rivoltini, Presidente di Confartigianato Cremona – anche sul terreno culturale e comunicativo verso le imprese e i loro collaboratori su cui Confartigianato vuole concretamente impegnarsi». Per realizzare tutto ciò Confartigianato Cremona ha stretto un’alleanza con la piattaforma nazionale “TreCuori”, alla quale, come ha spiegato Fraticelli “i dipendenti delle imprese possono accedere per avere una amplissima gamma di scelta di servizie opere, per loro e i propri familiari: dagli asili nido ai campus e vacanze studio, dalle gite scolastiche alle rette scolastiche, dalla salute ai servizi per gli anziani, dallo sportallo studio e all’università”. E alla fine del 2018 è nata “WelFare Insieme”, l’impresa sociale espressione del sistema Confartigianato Imprese, “costituita – ha detto Pinzauti – per rispondere alla crescente domanda di servizi essenziali per il benessere delle persone e delle famiglie. La sua missione è costruire un’offerta strutturata, permanente, collegata ai bisogni dei territori”. Nel corso del convegno sono stati illustrati la piattaforma, il servizio offerto dall’Associazione e i vantaggi, sia per le aziende sia per i dipendenti, aspetti che hanno suscitato molto interesse in una platea particolarmente attenta e desiderosa di capire. Ma a monte c’è un aspetto sostanziale che il Presidente Rivoltini ha rimarcato nel suo saluto introduttivo: «Il welfare aziendale è una pratica insita naturalmente nel dna degli imprenditori artigiani, abituati a lavorare in piccole imprese familiari, anche se una volta non si chiamava così e si diceva semplicemente “far star bene i propri collaboratori”, poiché, se stanno bene, l’impresa ne trae giovamento e il clima familiare si riflette positivamente sul lavoro e sui suoi risultati. Nelle imprese artigiane dove si lavora gomito a gomito, la prima attenzione dell’imprenditore è sempre quella di mettere il dipendente in condizione di stare meglio che si può, raggiungendo due obiettivi: il bene del collaboratore e quello del’impresa».Per realizzare tutto ciò Confartigianato Cremona ha attivato un apposito servizio, fornendo un aiuto alle aziende per realizzare un piano aziendale valido e personalizzato, che possa consentire di creare nuovi progetti per famiglie e cittadini e rispondere ai loro principali bisogni.«Certo – ha concluso Rivoltini – si tratta di un cambiamento, di una nuova sfida, ma noi artigiani siamo avvezzi alle sfide. E non c’è nulla come una nuova sfida che faccia uscire ciò che di meglio c’è in un uomo. Ecco che, quindi, siamo pronti, anche questa volta, a trasformare un’opportunità in un’opera d’arte».

Nasce “WelFare Insieme” Salute, istruzione, assistenza familiare, cultura, tempo libero, previdenza e protezione. In una parola: benessere (welfare). Oggi, in Italia, si spendono per questi servizi 709miliardi di euro (circa il 40% delprodotto interno nazionale): 546spesi dallo Stato, 143 dalle famiglie (fonte: Osservatorio Welfare MBS Consulting). È una proporzione destinata a cambiare nei prossimi anni: scenderà la spesa dello Stato, aumenterà quella delle famiglie, che saranno chiamate ad acquistare alcuni servizi. Accade già oggi, del resto. WelFare Insieme nasce per questo: dare una risposta strutturata, di qualità e sostenibile alla crescente domanda di servizi essenziali per il benessere delle persone e delle famiglie. Un grande progetto d’impresa sociale promosso da Confartigianato Imprese. Sono ancora poche le micro e piccole imprese che hanno avviato piani di welfare aziendale. Molto c’è da fare anche per informare i lavoratori sulle opportunità: la maggioranza ne ha ancora una conoscenza generica. Eppure i piani di welfare possono attivare un circolo virtuoso. Il servizio di Welfare Aziendale di Confartigianato Cremona è realizzato in collaborazione con “WelFare Insieme” e “TreCuori,” che opera secondo princìpi coerenti con quelli dell’impresa sociale, con l’obiettivo di diventare il riferimento per i bisogni territoriali di welfare, andando a coprire le aree fondamentali del benessere attraverso un’offerta globale che consenta:

• alle imprese, di cogliere le opportunità offerte dall’attuale normativa;

• alle famiglie e alle persone, d’individuare le soluzioni ai crescenti bisogni di assistenza sanitaria, assistenza alle famiglie per anziani e bambini, credito e previdenza.

Quali servizi puoi scegliere attraverso il Welfare agevolato? Per welfare aziendale si intende l’insieme delle prestazioni non monetarie a sostegno del dipendente. In pratica un pacchetto di possibilità in affiancamento alla classica retribuzione nella forma di agevolazioni e rimborsi, che si traducono in benefit significativi per il dipendente e che contemplao importanti vantaggi fiscali per l’azienda. Il welfare aziendale permette di finanziare servizi alle famiglie come gli asili nido, ma anche polizze sanitarie e spese mediche, previdenza complementare, abbonamento ai trasporti o addirittura viaggi. Il welfare aziendale può includere anche l’erogazione di buoni d’acquisto per il carburante, lo shopping o la spesa al supermercato. Anche sport e benessere, tempo libero, cultura e formazione possono rientrare all’interno delle iniziative di welfare aziendale. Per ogni informazione Confartigianato Cremona è a disposizione delle imprese interessate chiamandogli Uffici di Cremona, via Rosario, 5 tel. 0372 598811.

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Convegno nella sede di Confartigianato Cremona, sulle opportunità del Welfare aziendale

 

I vertici di Confartigianato non hanno dubbi: «Il welfare aziendale è un’opportunità per i lavoratori e per i datori di lavoro. I vantaggi sono molteplici: primo fra tutti, aumentare il potere di acquisto reale del dipendente senza incidere sul costo del lavoro. Si tratta di una vera e propria politica retributiva aziendale, con vantaggi derivati anche dal fatto che gli importi messi a disposizione dal datore di lavoro sono esenti da contributi previdenziali e ritenute fiscali per i dipendenti e sono, inoltre, deducibili dal reddito d’impresa». Sino ad oggi, però, il welfare è stato percepito dalla maggioranza delle imprese come un obbligo contrattuale e non come occasione per introdurre piani strutturati che, migliorando il benessere, aumentano il senso di appartenenza del dipendente all’azienda. Sono questi gli aspetti principali emersi dal convegno che si è svolto nei giorni scorsi nella sede di Confartigianato Cremona dal titolo ‘+ Libertà + Valore = Welfare’. A fare gli onori di casa il presidente Massimo Rivoltini. Sono seguiti gli interventi di Antonella Pinzauti, direttore generale dell’impresa sociale del sistema Confartigianato e di Alberto Fraticelli, co-fondatore e direttore generale di Sisport-Trecuori, società benefit, coordinati dal funzionario Enrico Allevi. Pinzauti ha raccontato come è nata, alla fine del 2018, WelFare Insieme, l’impresa sociale espressione del sistema Confartigianato imprese, «costituita — ha detto — per rispondere alla crescente domanda di servizi essenziali per il benessere delle persone e delle famiglie. La sua missione è costruire un’offerta strutturata, permanente, collegata ai bisogni dei territori». Per realizzare tutto ciò, Confartigianato ha stretto un’alleanza con la piattaforma nazionale TreCuori, alla quale, come ha spiegato Fraticelli, «i dipendenti delle imprese possono accedere per avere una amplissima gamma di scelta di servizi e opere, per loro e i propri familiari: dagli asili nido ai campus e vacanze studio, dalle gite scolastiche alle rette scolastiche, dalla salute ai servizi per gli anziani, dallo sport allo studio e all’università». Sul tema ha portato la propria testimonianza Clelia Salimbeni, titolare della Cip srl di Cremona, chesta attuando il Welfare Confartigianato per la soddisfazione dei suoi dipendenti. «Confartigianato Cremona — ha spiegato Rivoltini — è pienamente strutturata per dare concreto avvio al nuovo servizio di Welfare aziendale e familiare, fornendo un aiuto alle aziende per realizzare un piano aziendale valido e personalizzato. Certo si tratta di un cambiamento, di una nuova sfida, ma noi artigiani siamo avvezzi alle sfide».

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Articolo sui benefici del Welfare aziendale ed il welfare con TreCuori

 

Benefici per aziende, lavoratori e territori che spaziano dai vantaggi fiscali e contributivi al miglioramento della produttività e del clima aziendale. Poco conosciuti in una prima fase, ora sono finalmente accessibili anche alle PMI ed utili anche per i loro territori. Grazie anche a strumenti ed esperienze nate in Veneto, regione riconosciuta all’avanguardia su questi temi

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Articolo sul Welfare aziendale

 

Imprenditori e dirigenti hanno condiviso esperienze di successo di welfare aziendale nella Marca Trevigiana a “Ecosistemi di vita e di lavoro”, convegno organizzato dal Coordinamento Enti Gestori nell’Aula Civica del Museo della Battaglia a Vittorio Veneto.

Già 150 persone lavorano da casa un giorno alla settimana, e presto diventeranno 400, alla Benetton a Ponzano. Perché, come ha sottolineato Giuseppe Cavattoni, global HR manager del gruppo, lo smart working non è più solo un’opzione. Prendersi cura del capitale umano è fondamentale anche per rimanere sul mercato ed attrarre le migliori professionalità. Lo smart working è parte del programma di welfare aziendale “Benetton per te”.

Assistenza fiscale per la dichiarazione dei redditi, microcredito etico e centri estivi per i figli sono tra i servizi garantiti ai dipendenti della EcorNaturaSì di San Vendemiano. Dove l’obbiettivo più alto è creare un senso di comunità. “Perché il senso di comunità – ha sottolineato con entusiasmo il presidente dell’azienda del biologico Silvio Fabio Brescacin-, come diceva Adriano Olivetti, è una forza imprenditoriale che nei momenti più difficili salva l’azienda, e salva le persone”.

Un welfare aziendale a misura anche di una PMI da 40 dipendenti, con un credito welfare utilizzabile anche per la retta del nido o il corso di cucina, variabile a seconda se il dipendente sposato o no e della presenza di figli: è il sistema a regime, da qualche settimana, alla B+B International di Montebelluna, ne ha parlato al convegno la welfare manager Federica Gallina.

Il cofondatore Alberto Fraticelli ha raccontato Tre Cuori, società benefit di Conegliano, e i suoi progetti che fanno interagire mondo del sociale, economia di mercato e persone, con ricadute positive per il territorio. Un punto di forza di Tre Cuori è che i pacchetti welfare sono spendibili in praticamente tutti gli esercizi commerciali. E gli acquisti quotidiani possono generare contributi per le realtà non profit preferite dal consumatore.

Questi sono alcuni esempi virtuosi del cambiamento del “secondo welfare”, che integra il welfare pubblico portando una diversa prospettiva.

Vorrebbero promuovere questo cambiamento, ed esserne protagonisti, le quattro realtà del Coordinamento: le cooperative Fenderl, Fai e Sorgente e la Fondazione Piccolo Rifugio.

“Auspichiamo – ha detto Massimo Ciacchi, presidente del Coordinamento – una stretta sinergia tra privato sociale, mondo profit ed enti pubblici per progettare nuove forme di welfare di comunità e dar risposta al mutamento della domanda di protezione sociale. Oggi inizia un percorso di sensibilizzazione: in prossimi eventi esploreremo forme di secondo welfare presenti nel nostro territorio per promuovere la crescita del welfare comunitario”.

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Articolo della collaborazione tra TreCuori e Confcommercio del Veneto per il welfare aziendale

 

Il welfare aziendale declinato nel modo più semplice e intuitivo possibile, senza burocrazia e con tutta l’immediatezza che oggi possono garantire le nuove tecnologie.
E’ questa la missione della piattaforma di marketing sociale TreCuori e di Confcommercio Veneto.
Entrambi, seguendo la scia delle nuove normative introdotte dalla legge di stabilità 2016 e dagli aggiornamenti 2017 sui premi di produttività, si propongono di offrire uno strumento utile non solo alle grandi aziende ma anche alle piccole attività familiari, alle pmi e alle imprese artigiane, riuscendo al contempo a rivitalizzare anche negozi ed esercenti di quartiere.
TreCuori consiste infatti in una piattaforma online facilmente accessibile da pc o smartphone, da cui è possibile in qualsiasi momento emettere, d’accordo con il negoziante, una sorta di “buono” digitale dal valore preciso, con cui sarà possibile acquistare i beni o i servizi presenti nel programma di welfare integrativo stabilito dal proprio datore di lavoro. In lista figurano: libri di testo, abbonamenti in palestra, trasporti pubblici, il tutto senza l’aggravio di contributi e tasse, come stabilito dalla nuova legge.
Tutto sarà istantaneo, basterà raggiungere l’indirizzo online, indicare i propri dati d’accesso, selezionare il servizio da saldare e il plafond da cui attingere.
In aggiunta, il sistema si occuperà anche di devolvere ad associazioni no profit la maggior parte della sua commissione, in un circolo virtuoso che dovrebbe garantire benefici a tutti gli interessati. <<Questo progetto è un veicolo formidabile per la tutela e la crescita delle piccole e medie imprese del territorio e la diffusione dell’associazionismo – dichiara il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon – una sorta di cinghia di trasmissione azionata tanto dai consumi quanto dalla solidarietà. Più soggetti aderiranno, più saranno i vantaggi per tutti>>.
Nella pratica, l’associazione di categoria metterà a disposizione i suoi spazi per un servizio informativo, continuando a proporre il sistema a tutti i suoi iscritti.

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Presentata un’iniziativa unica in Italia per le imprese del commercio, turismo e servizi in collaborazione con la piattaforma di welfare e marketing sociale TreCuori. Zanon: “uno strumento di crescita economica e solidarietà”.

 

Parte dal Veneto un’iniziativa unica in Italia che mette in rete associazioni di categoria, aziende, lavoratori, consumatori ed enti non profit. Fa leva sui benefici offerti ad aziende e lavoratori dalla nuova legge del welfare aziendale ed entra per la prima volta nelle piccole e medie imprese. Tutto questo grazie all’alleanza tra Confcommercio Veneto e la piattaforma di welfare e marketing sociale TreCuori. Il welfare integrativo aziendale fino ad oggi è stato attivato quasi esclusivamente nelle imprese di grandi dimensioni. Oggi, grazie alle novità introdotte dalla legge di stabilità 2016 e agli aggiornamenti 2017 sui premi di produttività l’interesse è ai massimi livelli anche per le pmi (che possono ridurre il costo del lavoro) e i loro lavoratori (che possono aumentare la loro capacità di spesa), che fino a ora non hanno avuto facile accesso a questi benefici. Confcommercio Veneto è riuscita a superare queste criticità siglando la partnership con la piattaforma TreCuori, scelta proprio per l’unicità delle sue caratteristiche: è facilmente fruibile sia per le pmi (bassi costi e facilità d’uso) che per i loro lavoratori (possono spendere i propri crediti welfare dai fornitori di loro fiducia). In più, il suo utilizzo è benefico per il territorio perché genera contributi per gli enti non profit grazie alle sue dinamiche di marketing sociale. Facciamo un esempio. L’impresa eroga il premio di produzione attraverso la piattaforma TreCuori, a cui il dipendente accede con le proprie credenziali per spenderlo, scegliendo tra un’ampia gamma di negozi (librerie, agenzie viaggi, supermercati, sanitarie, distributori di carburante, eccetera) ed erogatori di servizi (studi medici, assistenti per anziani e persone non autosufficienti, baby sitter, asili, scuole, corsi sportivi, ecc.) presenti nella stessa piattaforma e dal cui utilizzo viene generato il contributo per gli enti non profit scelti dal lavoratore. Il welfare aziendale aiuta quindi le imprese non solo riducendone il costo del lavoro, ma anche mettendo a disposizione dei lavoratori nuova capacità di spesa che le attività commerciali hanno tutto l’interesse di intercettare convenzionandosi a TreCuori. Si attiva così un circolo virtuoso che, una volta entrato a pieno regime, avrà effetti positivi sia sotto il profilo dei consumi, incentivando quelli legati ai negozi di vicinato, alla ristorazione, ai viaggi eccetera, sia sul piano dell’istruzione, della salute e, non ultimo, su quello sociale. “Abbiamo deciso di dar vita a questo progetto perché lo riteniamo un veicolo formidabile per la tutela e la crescita delle piccole e medie imprese del territorio e la diffusione e il consolidamento dell’associazionismo. Sono le persone, dai lavoratori ai consumatori, alle imprese, alle associazioni non profit, alle scuole a imprimere al meccanismo un movimento circolare. Una sorta di cinghia di trasmissione – ha dichiarato il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon – azionata tanto dai consumi quanto dalla solidarietà. Più soggetti aderiranno, più saranno i vantaggi per tutti”. Un nuovo modo di concepire la responsabilità sociale d’impresa che con TreCuori diventa circolare. “Un plauso a Confcommercio che sta facendo molto affinché i benefici della legge del welfare non rimangano teoria sulla carta, ma possano davvero essere goduti da lavoratori e imprese di qualsiasi dimensione. Ora per loro – ha detto Alberto Fraticelli, direttore di TreCuori – sarà più semplice attivarsi perché oltre ai canali abituali – sito TreCuori.org, app, social – potranno rivolgersi agli uffici Confcommercio della loro zona per beneficiare così in modo semplice ed efficace del welfare di TreCuori: un attivatore economico spinto dall’interesse per il bene comune e dalla tecnologia”.

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Articolo sul lancio del Welfare aziendale da parte di Confcommercio

 

FONTE: “CORRIERE DEL VENETO”, di MARTINA ZAMBON

VENEZIA Confcommercio Veneto abbraccia il welfare aziendale e punta a un tecnologico circolo virtuoso. L’idea è semplice: con la normativa che defiscalizza completamente quella parte di stipendio (straordinari, bonus, premi di produttività) che andrà in welfare aziendale, il lavoratore potrà contare sul 100% di quanto stanziato dalla sua azienda (dal 7 al 10% della busta paga). Lo potrà fare attraverso una piattaforma online creata dalla società TreCuori che la sta testando a Conegliano, San Donà e Fossalta di Piave.
L’azienda stabilisce una quota che il dipendente potrà spendere in negozi (librerie, agenzie viaggi, supermercati, sanitarie, distributori di carburante) ed erogatori di servizi (studi medici, assistenti per anziani, baby sitter, asili, scuole, corsi sportivi). Il lavoratore potrà scegliere a quali enti non profit destinare il 75% della commissione di TreCuori.
«Questo sistema – spiega il presidente di Confindustria Veneto, Massimo Zanon- rende semplice l’avvio di un welfare anche alle piccole e medie aziende. In più, si crea un circolo virtuoso che coinvolge anche i piccoli negozi di vicinato, oltre ai soggetti non profit».
La grande scommessa è radicare e diffondere l’adesione alla piattaforma, che resta su base volontaria e previo accordo con le organizzazioni sindacali. «Si tratta di un salto culturale – commenta il direttore di Confcommercio Veneto, Eugenio Gattolin – e quindi sarà, inevitabilmente, graduale. Dalla nostra, però, abbiamo una rete capillare sul territorio che conta 100 sedi in cui è già partita la formazione ai nostri operatori». L’interfaccia della piattaforma TreCuori, in effetti, è stata pensata per minimizzare l’aspetto di rendicontazione previsto dalla legge e risulta effettivamente semplice sia per il lavoratore che per aziende e negozi. Al lavoratore, ad esempio, non serve altro che registrarsi una sola volta e poi presentarsi nel negozio che sceglie e comunicare o il proprio codice o la sua mail o il numero di telefono e fare acquisti senza alcuno scambio di denaro.
Si tratta della prima iniziativa di questo genere in Italia, un meccanismo che, una volta entrato a pieno regime, dovrebbe avere effetti positivi sull’intero tessuto economico del territorio. «Sarà un veicolo formidabile per la tutela e la crescita delle piccole e medie imprese del territorio e la diffusione e il consolidamento dell’associazionismo – continua Zanon -. Sono le persone, dai lavoratori, ai consumatori, alle imprese, alle associazioni non profit, alle scuole, a imprimere al meccanismo un movimento circolare. Una sorta di cinghia di trasmissione azionata tanto dai consumi quanto dalla solidarietà. Più soggetti aderiranno, più saranno i vantaggi per tutti». Secondo Alberto Fraticelli, direttore di TreCuori, «Confcommercio sta facendo molto perché i benefici della legge del welfare non rimangano teoria sulla carta, ma possano davvero essere goduti da lavoratori e imprese di qualsiasi dimensione».

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