Decolla un nuovo piano di sostegno al commercio con buoni acquisto da spendere in città e collegati al welfare aziendale

 

LUMEZZANE – Non ci sono solo i contributi comunali (ne abbiamo riferito da questa pagina nei gironi scorsi) a sostenere i negozi di vicinato a Lumezzane. Una nuova iniziativa appena presentata punta a invertire la tendenza del calo dei consumi e a competere con i colossi dell’e-commerce. Si tratta di buoni spesa cartacei del valore di 20, 30 e 50 euro che le aziende pubbliche e private, nell’ambito della propria politica di welfare, cederanno ai dipendenti perché li utilizzino solo nei negozi e nelle attività commerciali valgobbine.

Il progetto, lanciato dall’assessore al Commercio Rocco Ferraro, sta coinvolgendo l’associazione «Lumezzane commercianti insieme» presieduta da Elisabetta Montini attraverso la società benefit «TreCuori» di Treviso, che da tempo mette a disposizione una piattaforma dedicata. Come funziona? Ogni azienda che investe nel welfare per i propri dipendenti ed è interessata a partecipare può acquistare da TreCuori i buoni spesa, nominativi e con il nome dell’impresa, dotati di marchi anticontraffazione e validi fino al 31 dicembre 2026, da consegnare ai lavoratori. Questi ultimi (anche chi lavora a Lumezzane ma non è residente) li possono utilizzare nei negozi del paese acquistando beni e servizi. Gli esercenti invece registrano i buoni spesa (senza pagare alcuna commissione) nella propria area riservata della piattaforma di TreCuori per farsi rimborsare l’importo ogni settimana.

La risposta è buona

I negozi convenzionati? L’adesione è gratuita (è sufficiente compilare un modulo) e al momento sono 52: l’elenco è pubblicato sul sito trecuori.org e accessibile dal menù  «Cerca attività convenzionate», quindi «Welfare aziendale» circoscrivendo la ricerca su Lumezzane. Sono comunque riconoscibili, perché hanno esposto il marchio in vetrina. A puntare su questa iniziativa sono anche Confindustria, Associazione Artigiani, Confapi e Confesercenti che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa, e ad aggiungere valore al progetto c’è la sua unicità nel Bresciano.

La «Controparte», è particolarmente attrezzata: «Ogni ora in provincia di Brescia si registrano 1.800 movimenti di vettori dell’e-commerce – ha ricordato durante la presentazione della campagna il direttore di Confesercenti Lombardia orientale Stefano Boni -. Questa iniziativa virtuosa, la prima di questo genere a Brescia, è un segnale concreto per tentare di invertire la tendenza di consumi tradizionali al lumicino».

Tocca agli esercenti

Quale impatto possono avere sull’economia locale i nuovi buoni spesa? «Ogni settimana gestiamo un milione di euro di questi incassi in Italia derivanti da attività su scala locale – hanno aggiunto Katia Cais e Alberto Fraticelli di TreCuori -. Naturalmente per ottenere un buon risultato molto dipende anche dalle capacità dei negozianti di promuoversi in modo efficace tra i potenziali clienti».

Fabio Zizzo

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i buoni spesa TreCuori stanno rivitalizzando il commercio locale - Brescia Oggi

Col progetto di welfare l’azienda dà ai lavoratori i buoni da spendere nei negozi del territorio

 

L’azienda dà i buoni al lavoratore che li spende sul territorio e che, quindi, contribuiscono «attivamente al processo di rinascita dell’economia dei territori». Questo, in sintesi, il circolo attivato dalla nuova iniziativa, che vede come attori l’associazione «Commercianti Lumezzane insieme» e l’assessorato al Commercio, «Welfare di vicinato. I buoni TreCuori: i buoni che “fanno bene” al territorio lumezzanese».

La riunione

Un progetto spiegato all’Odeon, davanti a un pubblico numeroso da Elisabetta Montini, presidente dell’associazione «Commercianti Lumezzanese», dall’assessore al Commercio di Lumezzane Rocco Ferraro e dal direttore di TreCuori Alberto Fraticelli. L’iniziativa è nata dalla collaborazione dell’Amministrazione e associazione e coinvolge imprese, dipendenti e commercianti. Un membro del direttivo dell’associazione valgobbina, unitamente a TreCuori, sono entrati nel dettaglio del funzionamento della piattaforma con una simulazione di incasso del buono. Presenti anche i referenti delle diverse associazioni che hanno già sottoscritto un protocollo d’intesa con il Comune. Confindustria Brescia, Associazione Artigiani, Confapi e Confesercenti. I commercianti presenti hanno mostrato interesse ad avviare questo meccanismo.

I buoni

I «TreCuori» erogati nel pacchetto del welfare aziendale, e quindi forniti ai dipendenti che lavorano a Lumezzane, saranno spendibili nelle attività commerciali del luogo in modo da valorizzare la rete commerciale locale e rivitalizzare le attività presenti sul territorio.

Le aziende pronte ad aderire all’iniziativa sono diverse, ma si prevede un ulteriore sviluppo per gli anni futuri tra chi ha l’interesse ad ampliare il pacchetto welfare.

«Le attività commerciali registrate sul sito trecuori.org – ha ricordato l’assessore Ferraro – ad oggi sono 34, ma si conta arriveranno a 50. L’assessorato ha lanciato l’dea, ora ci affidiamo alle aziende del territorio perché attuino il welfare aziendale o adottino i buoni dell’iniziativa TreCuori».

Angelo Seneci

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I buoni TreCuori per rivitalizzare il commercio locale - Giornale di Brescia

Domani alle 20 nella sala consiliare di Lumezzane verrà presentata l’iniziativa «Welfare di vicinato. I buoni welfare “TreCuori”, i buoni che fanno bene al territorio». Il progetto è promosso dall’assessorato al Commercio del Comune di Lumezzane retto da Rocco Ferraro. «Si tratta – sottolinea Ferraro – di una nuova iniziativa volta a supportare le attività commerciali coinvolgendo imprese, cittadini e commercianti. Un’iniziativa che vuole valorizzare il territorio e supportare la rete commerciale attraverso i buoni welfare TreCuori».

Il progetto ha l’intento di supportare il commercio locale con un benefit per i dipendenti delle aziende che vi aderiscono, da utilizzare sul territorio valgobbino e senza alcun costo aggiuntivo per i commercianti. A dare il loro appoggio divulgativo ai dipendenti sono stati l’Associazione artigiani di Brescia e Provincia, Confesercenti, Confapi Brescia e Confindustria Brescia. A spiegare la valenza dell’iniziativa interverranno Elisabetta Montini Ferraro, l’assessora regionale Simona Tironi e il presidente della Comunità Montana Massimo Ottelli.

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Buoni welfare «TreCuori» per lanciare il commercio - Giornale di Brescia

TreCuori presenterà alla Settimana della Sostenibilità 2025 gli ultimi aggiornamenti in ambito welfare aziendale e due nuovi servizi: la piattaforma di Contabilità-ESG per la rendicontazione di sostenibilità e il Protocollo Scudo per la sicurezza sul lavoro.

 

Dal 25 al 28 marzo 2025, il MOVE Hotels Venezia Nord di Mogliano Veneto (TV) ospiterà l’edizione 2025 della “Settimana della Sostenibilità”, un evento di riferimento per la diffusione di pratiche sostenibili nel mondo imprenditoriale organizzato da Confindustria Veneto Est.

TreCuori, forte della consolidata collaborazione con Confindustria Veneto Est, è orgogliosa di partecipare attivamente a questa iniziativa. L’azienda sarà infatti presente sia come espositore con uno spazio dedicato, sia come relatore a due interventi in programma, dove presenterà oltre agli sviluppi del welfare aziendale anche i nuovi servizi integrati al tema della sostenibilità in ambito rendicontazione ESG e sicurezza sul lavoro:

  • “Welfare aziendale e sostenibilità: come individuare e raccogliere i dati rilevanti ESG e rendicontarli secondo la nuova normativa ESRS”

Il 25 marzo nello slot orario 11.30 – 13:00 TreCuori sarà protagonista di questo intervento nel quale si parlerà di strumenti e soluzioni pratiche e accessibili per raccogliere, monitorare e gestire i dati legati alla sostenibilità aziendale.

Si vedranno casi concreti, in particolare “Contabilità-ESG”, un servizio esclusivo che TreCuori ha messo a punto ed è rivolto a tutte le aziende, in particolare PMI, Banche e grandi aziende che vogliono affrontare efficacemente la sfida della sostenibilità. Grazie all’interfaccia intuitiva di questo strumento e alla guida dell’Intelligenza Artificiale, ogni azienda può avviare un percorso sostenibile con facilità, a basso costo e senza la necessità di grandi risorse o competenze tecniche.

  • “Sicurezza sul lavoro: come ridurre la responsabilità penale in capo al datore di lavoro”

Questo secondo intervento avrà invece luogo il 27 marzo nello slot orario 12:00 – 13:30. Il “Protocollo Scudo” è un servizio digitale innovativo e unico, pensato da TreCuori per le aziende che vogliono garantire massima sicurezza ai propri lavoratori, prevenire gli infortuni e proteggere di conseguenza i propri amministratori da responsabilità penali.

Lo strumento in questione è pensato sia per i settori ad alto rischio, sia per quelli a rischio contenuto e può essere integrato con la Contabilità-ESG di TreCuori, offrendo una soluzione concreta per rafforzare l’impegno verso la sostenibilità. Esso permette ai datori di lavoro una verifica e una documentazione costante in merito al livello di preparazione dei singoli lavoratori in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Settimana della Sostenibilità 2025: che cos’è?

La Settimana della Sostenibilità, promossa da Confindustria Veneto Est, è un’occasione di dialogo e confronto sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. L’evento coinvolge imprese, scuole, centri di ricerca, start-up e Amministrazioni pubbliche per condividere buone pratiche e creare sinergie. L’obiettivo è definire un linguaggio comune per affrontare le sfide della sostenibilità in modo sistematico e concreto.

Il concetto guida di questa edizione è la “Resilienza“: adottare un approccio imprenditoriale sostenibile è fondamentale per essere competitivi nel lungo termine. Gli incontri e i workshop, in base alla giornata, affronteranno una sfaccettatura specifica della sostenibilità:

  • Martedì 25 marzo 2025: governance;
  • Mercoledì 26 marzo 2025: ambiente;
  • Giovedì 27 marzo 2025: sociale;
  • Venerdì 28 marzo 2025: energia

Una partnership sostenibile: Confindustria Veneto Est e TreCuori

Dal 2021 l’allora Assindustria Venetocentro ha scelto TreCuori come partner per supportare le oltre 3.500 imprese associate nell’implementazione di piani di welfare aziendale efficaci e sostenibili, coinvolgendo più di 170.000 lavoratori.

Questa collaborazione nasce con l’obiettivo di promuovere il benessere dei dipendenti e, al tempo stesso, sostenere il tessuto economico locale, incentivando l’utilizzo di servizi e prestazioni erogate da fornitori del territorio.

Questa sinergia rappresenta un modello virtuoso di collaborazione che conferma il ruolo strategico del welfare aziendale nella crescita sostenibile delle imprese, nella valorizzazione del territorio e del capitale umano.

TreCuori vi aspetta alla Settimana della Sostenibilità! Sarà un’occasione speciale per parlare, anche al desk, direttamente con i nostri esperti. Clicca sul bottone qui sotto ed iscriviti ai webinar.

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Settimana della Sostenibilità 2025: TreCuori presenta "Contabilità-ESG" e "Protocollo Scudo"

Le cause: e-commerce, ipermercati, caro affitti. Mario Pozza (Camera di Commercio di Treviso e Belluno): «Tassare chi tiene sfitto»

 

Vetrine vuote, saracinesche abbassate, cartelli di «cessata attività»: in 12 mesi, dall’1 gennaio al 31 dicembre 2024, il Veneto ha visto morire più di 1.500 negozi. Per la maggior parte, si tratta di attività nei centri storici, molti nei Comuni capoluogo, moltissimi nei centri di media grandezza e nei paesi. Chi spegne la candela? Soprattutto i titolari di negozi di abbigliamento e scarpe, articoli sportivi, libri, dischi e prodotti per la casa, infine le nicchie di commercio al dettaglio…

I numeri

I numeri, elaborati dall’ufficio studi della Camera di commercio di Treviso-Belluno, da soli descrivono la crisi del «negozio tradizionale». Vie dello shopping, porticati, piazze e piazzette: un tessuto economico che si lacera, con ripercussioni sulla vivibilità di città e paesi, sulla sicurezza, il decoro e, buon ultimo, l’appeal turistico. Le unità attive nel commercio al dettaglio (leggi negozi) in Veneto, al 31 dicembre scorso, sono 62.3441.553 in meno di quante erano l’1 gennaio 2024. Venezia ha perso 202 negozi, 56 nel capoluogo e 146 nel resto della provincia. Treviso ne ha persi di più, 265, con distribuzione simile: pochi (-29) nella città e molti (-236) in provincia. L’emorragia di Padova tocca quota 294 ma ha «logica» diversa: 102 le attività cessate nel capoluogo, 192 quelle in provincia. Verona assomiglia a Padova, con numeri maggiori (sono anche i peggiori in regione): 403 attività perdute nell’anno, 171 in città e 232 negli altri Comuni. La distribuzione delle chiusure di Vicenza sta a metà tra quelle descritte: il -137 è per quasi un terzo (-40) nel capoluogo; alla provincia le altre 97 cessazioni. Ultime Belluno e Rovigo, che, insieme, segnano un rosso di 352 unità commerciali, 60 nei capoluoghi.

Le cause

Dai numeri alle cause. «Sono quelle che sappiamo – dice Mario Pozza, presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno -. I negozi tradizionali pagano la concorrenza dell’e-commerce e dei centri commerciali, che si somma alla perdita di potere d’acquisto degli italiani. Poi c’è il grande tema del caro affitti…». Cristina Giussani, presidente Confesercenti Veneto, aggiunge un ceppo: «Non dobbiamo sottovalutare come, oggi, le maggiori difficoltà dei negozi nascano anche da un credito sempre più asfittico, oltre che da un mercato sempre più difficile». Un mattone anche da Patrizio Bertin: «Gli affitti sono sicuramente un fattore – spiega il presidente di Ascom Confcommercio Padova – ma anche il ricambio generazionale pesa molto e incidono i margini sempre più stretti».

Gli incassi giù del 30 per cento

Entrate e margini, un dato dal Trevigiano: «Il 2024 – voce di Gianni Taffarello, direttore Confesercenti Treviso – ha segnato una riduzione di incassi media del 30%, se rapportata all’anno precedente (dato del Centro studi di Confesercenti Treviso, ndr). Dopo il 2023, che sembrava essere l’anno della ripresa post Covid, questo rimbalzo ha contribuito a creare insicurezza tra gli operatori…». Si salva dalla bufera chi ha la «fortuna» di potersi calare nel doppio abito di negoziante e proprietario del/dei locali, ma siamo alla riserva indiana o quasi. Tutti gli altri girano dentro un gioco in cui diffidenze reciproche e paure complicano tremendamente il rapporto tra locatori e locatari. «Senza ampie garanzie, è meglio tenere vuotoche affittare», dicono i primi. Risposta: «Se pretendete la luna…».

Il modello di città

Resta spazio per le possibili risposte al problema. Prima, però, l’invito di Giussani a una «riflessione etica: che città vogliamo? È la prima domanda a cui dobbiamo rispondere noi cittadini e istituzioni. Le decisioni politiche che negli anni hanno avvantaggiato il proliferare dei centri commerciali a ridosso delle città, cui si è sommata la crescita esponenziale del commercio on line senza un’adeguata legislazione, hanno compromesso i negozi di vicinato – argomenta la numero uno di Confesercenti -. Ma anche il singolo comportamento fa la differenza: dove acquisto? Dobbiamo essere consapevoli che l’acquisto porta delle conseguenze, che sono già sotto gli occhi di tutti, con alcune aree delle nostre città desertificate, lasciate sporche e buie perché chiuse, con fenomeni di microcriminalità in aumento e l’abbassamento del valore dei negozi stessi e delle abitazioni limitrofe».

I locali sfitti

Su queste ultime considerazioni si innesta la proposta di Mario Pozza: «Bisogna rendere più appetibile l’affittare negozi, questo è il punto. Come? Alleggerendo la tassazione quando lo spazio è affittato; aumentandola, invece, quando il negozio è vuoto. Abbiamo già dei modelli in questo senso. A New York, ad esempio, se possiedi un negozio chiuso paghi una tassazione maggiore rispetto a quella richiesta se fosse aperto. Vale per spazi in centro e periferia, ovviamente con importi maggiori o minori a seconda del valore commerciale della zona e del negozio stesso». Domanda: possibile che, falciati i negozi storici, i giganti planetari del commercio stiano già abbattendo l’anello superiore? Ancora Pozza: «C’è una turnazione anche all’interno dei centri commerciali, che subiscono a loro volta la concorrenza dell’e-commerce. Perfino l’outlet di Noventa di Piave – da quanto so – è toccato dal problema. L’abbiamo visto negli Stati Uniti, del resto: quanti centri commerciali hanno chiuso e quanti danni, anche ambientali e sociali, queste chiusure abbiano comportato…».

Renato Piva

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Crisi dei negozi in Veneto: Corriere del Veneto

“Come punto di riferimento per imprese e professionisti abbiamo individuato il partner TreCuori in grado di ottimizzare i vantaggi di un piano welfare e che abbia una marcia in più rispetto all’aumento di produttività dell’impresa e la fidelizzazione dei dipendenti.

Altrettanto interessante è il welfare territoriale con lo spirito di fare rete con le attività economiche locali e organizzazioni no profit”.

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Mauro Zocca - responsabile Confimpresaitalia Veneto

BELLUNO – In un anno nero per il caffè, con costi saliti alle stelle della materia prima, la bellunese Procaffè (che qui possiede il marchio Bristot) afferma di puntare sul benessere dei dipendenti, elemento strategico di un’impresa.

Il gruppo, da 50 milioni di euro di fatturato, impiega circa 150 persone, tra dipendenti e collaboratori tra Italia ed estero. L’export tocca ben 65 paesi del mondo.

Procaffè ha ottenuto la certificazione per la parità di genere rilasciata dall’Ente certificatore IMQ: nello stabilimento bellunese le collaboratrici sono oggi il 37% dei dipendenti e possono contare su flessibilità, competitività e pari opportunità di carriera, tramite istituti che le aiutano a conciliare vita e carriera.

Un altro aspetto riguarda la responsabilizzazione delle persone e la scommessa sullo smartworking come strumento capace di accrescere l’autonomia e la gestione per progetti facilitando le persone negli aspetti della vita non lavorativa e affettiva. Nel 2024 l’azienda ha siglato degli accordi sindacali di secondo livello che hanno riguardato, tra le altre cose, anche il lavoro da remoto e il welfare aziendale: il 70% dei collaboratori con mansione impiegatizia potrà usufruire dello smartworking fino a 3 giorni alla settimana. Un risultato reso possibile grazie anche a importanti investimenti tecnologici sull’infrastruttura informatica.

Grazie a questi accordi sono stati aumentati e resi fissi alcuni elementi variabili all’interno della retribuzione. È stata inoltre aperta la piattaforma welfare TreCuori, dove verrà caricato un importo variabile sulla base del raggiungimento di determinati obiettivi di bilancio.

La scelta di TreCuori non è casuale: la piattaforma, sviluppata da un gruppo di giovani di Conegliano Veneto, è nota tra le realtà di servizi welfare per favorire la spesa dei benefit aziendali presso esercizi commerciali fisici del proprio territorio, favorendo così l’economia di prossimità con importanti ricadute positive per il bellunese.

«L’impegno per la valorizzazione delle risorse umane – commenta Boris Battistella, chief financial officer di Procaffè – è un caposaldo della nostra visione e si inserisce in un percorso di modernizzazione intrapreso dal Gruppo per consolidare la sua crescita e traguardare al meglio il futuro».

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Procaffè sceglie TreCuori come piattaforma welfare per i propri collaboratori

Un importante riconoscimento per TreCuori: trasparenza e precisione nella rendicontazione delle emissioni di gas serra con la certificazione ISO 14064-1

 

TreCuori ha ottenuto la certificazione UNI EN ISO 14064-1:2019 per quanto riguarda i “Servizi di consulenza e gestione welfare aziendale”, un importante riconoscimento che attesta la trasparenza e l’accuratezza metodologica nel calcolo delle proprie emissioni di gas serra (GHG).

Questa certificazione, rilasciata da Kiwa Cermet Italia, dimostra il concreto impegno dell’azienda nella gestione e riduzione del proprio impatto ambientale, sia nelle emissioni dirette (Scope 1) che in quelle indirette (Scope 2 e 3).

Che cos’è la certificazione GHG?

La norma UNI EN ISO 14064-1:2019 è uno standard internazionale che fornisce linee guida per la quantificazione, il monitoraggio e la rendicontazione delle emissioni di gas serra.

Questa certificazione rappresenta uno strumento fondamentale per le aziende che intendono misurare con precisione le proprie emissioni e intraprendere azioni per la loro riduzione o compensazione, un passo cruciale verso obiettivi di neutralità carbonica.

Gli step per ottenere la certificazione

L’iter di certificazione prevede:

  • La verifica della metodologia di calcolo delle emissioni GHG.
  • La trasparenza nella dichiarazione delle emissioni dirette (Scope 1) e indirette da consumi energetici (Scope 2).
  • Altre emissioni indirette lungo la catena del valore (Scope 3).
  • Il rilascio di un parere di terza parte indipendente. Garantisce l’affidabilità del report GHG aziendale.

Questa certificazione dimostra la responsabilità ambientale di TreCuori e conferma un approccio concreto alla sostenibilità, ponendosi come esempio per le altre imprese che si prestano ad affrontare la sfida climatica.

Certificazione ISO 14064: un traguardo che unisce innovazione e responsabilità ambientale

La certificazione UNI EN ISO 14064-1:2019 è un ulteriore tassello della strategia di sostenibilità aziendale di TreCuori, che punta a coniugare innovazione, efficienza ambientale e trasparenza nella gestione delle risorse.

Con l’ottenimento della certificazione UNI EN ISO 14064-1, TreCuori si distingue per il suo impegno concreto nella misurazione e riduzione delle emissioni di gas serra. Questo traguardo rappresenta un esempio virtuoso di come un’azienda possa agire in modo responsabile, dimostrando che è possibile coniugare successo aziendale e rispetto per l’ambiente.

Per approfondire le azioni di sostenibilità intraprese da TreCuori, è possibile consultare la sezione dedicata del sito al seguente link.

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TreCuori ha ottenuto la certificazione ISO 14064-1

In Italia, dove le disuguaglianze economiche e l’accesso ai consumi sostenibili sono temi sempre più urgenti, alcune piccole e medie imprese stanno promuovendo un cambiamento tangibile. Tra queste, Rifò e TreCuori si distinguono per le loro iniziative concrete di sostenibilità e inclusione, dimostrando come welfare aziendale ed economia circolare possano rispondere a sfide sociali e ambientali. Di seguito, un’analisi di come queste due aziende italiane stiano affrontando questioni di accessibilità economica e disparità sociale.

Consumi Sostenibili e Accessibilità Economica

In Italia, il costo medio dei prodotti sostenibili è spesso fuori portata per molte famiglie, con il 52% degli italiani che fatica ad accedere a questi beni. Rifò, marchio di moda circolare con sede nel distretto tessile di Prato, sta cercando di rendere il consumo responsabile più accessibile grazie a un modello di economia circolare. Nel 2023, Rifò ha riciclato 14,1 tonnellate di fibre tessili, risparmiando così oltre 28.000 litri di acqua e riducendo le emissioni di CO₂ di 22.5 tonnellate, pari al consumo annuale di energia di circa 60 abitazioni.

Per favorire la partecipazione dei clienti a un ciclo di consumo sostenibile, Rifò offre un servizio di “take-back” che ha raccolto più di 20.450 capi usati, registrando un aumento del 14% rispetto all’anno precedente. I materiali recuperati sono stati trasformati in nuovi prodotti, con il 78% delle fibre derivanti da rifiuti post-consumo, garantendo una vera economia circolare. Inoltre, il 98% dei fornitori di Rifò si trova entro un raggio di 30 km dalla sede, riducendo le emissioni legate ai trasporti di quasi il 15% rispetto alla media nazionale.

Anche la scelta delle materie prime è orientata verso la sostenibilità e il territorio: oltre il 70% dei materiali impiegati proviene dal distretto di Prato, noto per l’alta qualità dei filati rigenerati. L’approccio di Rifò alla produzione locale non solo abbassa i costi, ma consente di offrire capi sostenibili a prezzi competitivi, ampliando l’accessibilità ai consumi responsabili.

Inclusione Lavorativa e Sostenibilità nelle PMI

Oltre all’accesso ai consumi, anche la qualità dell’occupazione è fondamentale per migliorare il benessere delle famiglie italiane. TreCuori, PMI di Conegliano Veneto attiva nel welfare aziendale, si distingue per il suo impegno concreto verso l’inclusione dei dipendenti e il sostegno alle comunità locali. La copertura sanitaria offerta da TreCuori nel 2023 ha beneficiato il 94% dei dipendenti, mentre il 73% dei lavoratori ha usufruito di programmi di conciliazione vita-lavoro, come orari flessibili e supporto alla famiglia, migliorando la qualità della vita lavorativa.

TreCuori acquista il 63% dei suoi servizi da imprese locali, contribuendo così all’economia del territorio con un impatto diretto stimato di circa 250.000 euro annui. Inoltre, la politica di formazione continua ha portato i dipendenti a completare 800 ore di corsi, con il 45% del personale che ha seguito almeno due programmi di aggiornamento nel corso dell’anno. Queste iniziative non solo migliorano le competenze dei lavoratori, ma favoriscono la stabilità occupazionale e le possibilità di avanzamento.

Per rafforzare il sostegno ai lavoratori, TreCuori destina il 5% del fatturato ad attività di welfare aziendale, una cifra che copre anche i benefit per i familiari dei dipendenti, come il supporto scolastico e l’accesso a servizi sanitari aggiuntivi. Questo investimento, insieme alla promozione di contratti stabili, contribuisce a ridurre le disuguaglianze economiche, garantendo ai dipendenti e alle loro famiglie una maggiore sicurezza economica e una qualità della vita superiore.

Verso una Ripresa Equa e Sostenibile

L’esperienza di Rifò e TreCuori mostra che sostenibilità e inclusione lavorativa possono generare benefici sociali ed economici concreti. Rifò, con il suo impegno nel riciclo dei materiali e nella filiera corta, contribuisce a un modello di moda circolare che valorizza l’economia locale, riduce i rifiuti tessili e abbassa le emissioni di CO₂. TreCuori, invece, investe costantemente nel benessere dei propri dipendenti, offrendo una copertura sanitaria completa e programmi di formazione, e supportando le comunità locali tramite l’acquisto di servizi da fornitori vicini.

Questi modelli rappresentano una risposta alle sfide sociali del nostro tempo, dimostrando che è possibile combinare sostenibilità ambientale e inclusione economica in modo efficace. Le azioni intraprese da Rifò e TreCuori riflettono un approccio sostenibile che non solo tutela l’ambiente, ma crea opportunità di sviluppo per le persone e per i territori, rendendo la sostenibilità accessibile e inclusiva.

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Linkedin: articolo sulla sostenibilità e inclusione lavorativa

TreCuori si conferma promotrice di una visione innovativa e, grazie a Memori AI, forma i propri dipendenti con un’AI Academy sull’Intelligenza Artificiale.

 

Grazie alla collaborazione con Memori AI, TreCuori continua a dimostrare il proprio impegno nell’investire nel capitale umano e nel guidare all’innovazione tecnologica offrendo ai propri collaboratori una vera e propria AI Academy sull’Intelligenza Artificiale.

Tramite la piattaforma “Aisuru”,  ideata e sviluppata da Memori AI, i partecipanti hanno potuto esplorare le applicazioni AI più recenti nel corso di cinque giornate di formazione intensiva, caratterizzate da un approccio pratico e interattivo che ha reso l’esperienza formativa non solo concreta ma anche coinvolgente, con esempi reali e immediatamente applicabili al lavoro.

L’AI è la nuova sfida di TreCuori in ambito innovativo e, tramite il team Memori AI, rappresenta un’occasione unica per apprendere strumenti e competenze essenziali per il futuro aziendale e delle proprie risorse, nonché dei vari soggetti che vi interagiscono.

AI Academy: un’esperienza formativa per una crescita innovativa

Durante il corso “AI Creator con Aisuru”, i partecipanti hanno avuto modo di esplorare tecnologie e soluzioni avanzate in ambito dell’intelligenza artificiale, con particolare attenzione agli strumenti conversazionali. Memori AI ha permesso ai dipendenti di TreCuori di avvicinarsi alla comprensione delle potenzialità di queste tecnologie tramite la partecipazione attiva ad un’esperienza educativa unica.

Un approccio umano all’innovazione

Per TreCuori, l’innovazione tecnologica è sempre strettamente legata al valore umano: la formazione rappresenta per l’azienda un investimento nelle persone, che acquisiscono così nuove competenze utili per migliorare i servizi offerti ai clienti.

“Dietro ogni innovazione, ciò che conta davvero sono le persone”, è il messaggio chiave ribadito dalla dirigenza durante l’AI Academy. L’obiettivo è rafforzare la capacità dei dipendenti di gestire tecnologie avanzate che, oltre a supportarli nel lavoro, consentono un’ottimizzazione del workflow.

Grazie a queste iniziative, TreCuori si conferma come una realtà lungimirante e proiettata verso il futuro. Promuovendo un ambiente in cui l’intelligenza artificiale supporta la crescita collettiva, l’azienda migliora costantemente i propri servizi per rispondere in modo innovativo e sempre migliore alle esigenze dei propri clienti.

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AI Academy organizzata da TreCuori in collaborazione con Memori AI